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Cos'è l'inflazione climatica e come incide sulla spesa

Per inflazione climatica si intende quel fenomeno che porta ad una lievitazione dei prezzi a causa dei cambiamenti climatici: come incide sulla spesa

05-09-2023 (Ultimo aggiornamento 11-09-2023)

Centri commerciali e outlet

Studiando gli scaffali dei negozi e analizzando lo scontrino della propria spesa non sarà stato difficile notare alcuni aumenti dei prezzi, che talvolta incidono in maniera forte sul conto finale. Una delle cause di questo incremento, che incide sul bilancio familiare, risiede in quella che è stata definita inflazione climatica.

Si tratta di un fenomeno di cui molti non hanno ancora consapevolezza: gli effetti del clima sui costi dei prodotti alimentari e non solo. Ad evidenziarlo sono stati alcuni studi e alcune ricerche, tra cui spiccano le analisi di Coldiretti.

Il clima, infatti, è strettamente legato ai raccolti e i cambiamenti a cui stiamo assistendo, e che sono sotto l’occhio di tutti, hanno avuto delle pesanti conseguenze. Alluvioni e incendi hanno duramente colpito gli agricoltori, distruggendo o danneggiando gravemente i loro campi.

Inflazione climatica, le conseguenze sulle famiglie italiane

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Eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti in tutto il mondo e l’Italia non è rimasta indenne. Negli ultimi anni si è assistito ad alluvioni e incendi che hanno devastato intere città, provocato morti e feriti e danneggiato le attività commerciali di tantissimi italiani, mettendo tutti in serie difficoltà. Campi, raccolti e prodotti sono andati perduti, provocando delle perdite economiche rilevanti.

Consumerismo, l’associazione che difende i consumatori, ha sottolineato come il cambiamento climatico abbia un impatto sui costi generali, che poi vanno ad influire sui prezzi di tutti i beni e di tutti i servizi che vengono offerti ai consumatori: trasporti, forniture di gas, acqua ed elettricità cibo e tanto altro ancora.

Stando a quanto si evince dai dati Eurostat, ogni italiano potrebbe ritrovarsi a spendere 41 euro in più all’anno per la propria spesa consueta. Questo perché le inondazioni e le tempeste hanno portato ad una perdita di ben 145 miliardi di euro in tutta l’Unione Europea negli ultimi dieci anni.

Un aumento, quindi, di circa il 2% sulla spesa totale per gli acquisti. Potrebbe sembrare una piccola somma, ma che ha un forte impatto sulla vita quotidiana delle persone. In totale, si raggiunge una quota di 4,7 miliardi di euro in più all’anno per tutti gli italiani.

Prezzi per la spesa, come sono aumentati a causa dell’inflazione climatica

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Il cambiamento dei prezzi si avverte, in particolar modo, nel settore alimentare e nel momento in cui si fa la spesa. I prezzi degli alimenti che si trovano sugli scaffali dei supermercati, indipendentemente dalla tipologia, non scendono, ma tendono a salire.

La spesa media può arrivare a costare anche l’11,2% in più e ciò si riflette anche sui beni considerati di prima necessità. Il costo dello zucchero ha raggiunto dei prezzi record, con un aumento di circa il 46% rispetto all’anno precedente. Ad ogni ondata di calore, alluvione o incendio si può assistere ad un aumento dei prezzi di listino di tutti i beni.

Consumerismo ha stimato che nel settore alimentare gli eventi climatici estremi possono impattare sui prezzi al dettaglio (che non sono finali) fino al 3,2%, che per i consumatori si traduce in 246 euro in più in media all’anno per cibi e bevande per le famiglie che hanno almeno due figli.

L’aumento dei prezzi per beni di prima necessità rischia di portare ad un’accentuazione di un altro fenomeno spiacevole e da combattere: la disuguaglianza sociale.

Inflazione climatica, come limitarne l’impatto

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L’impatto dell’inflazione climatica, che si va ad aggiungere all’inflazione ordinaria, può essere ridotto solo se si ha consapevolezza del fenomeno e se ne conoscono le cause. In particolar modo, ad influire sui costi generali, sono due fattori.

Il primo è l’utilizzo dei condizionatori, aumentato a causa delle frequenti ondate di calore e che comporta un aumento dei prezzi della bolletta e di un conseguente aumento di tutti i costi dei beni. Il secondo è rintracciabile nella crisi del grano derivante dal conflitto russo-ucraino.

Ad intervenire, come sottolinea anche Safe Food Advocacy, organizzazione senza scopo di lucro, devono essere, in prima battuta, gli enti istituzionali. Per questo motivo ha chiesto alla Commissione Europea e ad altre istituzioni di intervenire per evitare speculazioni sulla crisi alimentare.

Ogni individuo, inoltre, può cercare di modificare le proprie abitudini quotidiane per dare il proprio contributo e cercare di limitare i cambiamenti climatici. Occorre cercare di ridurre l’utilizzo dell’elettricità in casa, scegliendo dispositivi ed apparecchi a basso consumo, evitare l’utilizzo degli impianti di riscaldamento o raffreddamento se non strettamente necessari e tanto altro ancora.

Preferire i trasporti pubblici o, se possibile, spostarsi a piedi o utilizzando la bicicletta. Ciò contribuirà ad una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e, al contempo, permetterà di migliorare la propria forma fisica e il proprio stato di salute.

Aumentare le dosi di verdura nella propria dieta, evitare lo spreco di cibo, optare per un riciclo e buttare gli oggetti solo quando non possono essere riparati. Preferire i veicoli elettrici, le fonti di energia sostenibili e fare scelte consapevoli in fatto di acquisti, prediligendo i prodotti rispettosi dell’ambiente.

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