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Olio di sansa di oliva: che cos'è e quali proprietà possiede

Una particolare tipologia di olio è quello di sansa di oliva: ecco cos’è, come viene prodotto, le sue caratteristiche nutrizionali, il costo e come poterlo utilizzare in cucina

18-09-2018 (Ultimo aggiornamento 01-10-2018)

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Olio di sansa di oliva: che cos’è e come si ricava

In campo alimentare esistono numerose tipologie di olio, tra cui quello di oliva e, tra queste, si trova anche l’olio di sansa di oliva. In linea generale la distinzione principale che viene fatta è quella in base a determinati parametri chimici come l’acidità dell’olio in questione: se ha un’acidità inferiore allo 0.8 % si parla di Olio Extravergine d’Oliva, mentre con un’acidità fino al 2% si classifica come Olio di Oliva.

L’olio di sansa di oliva invece è realizzato con la sansa d’oliva che non è altro che un sottoprodotto: quando le olive vengono spremute e lavorate per realizzare l’olio, tutto ciò che rimane dei noccioli, delle bucce e dei frammenti di olive viene denominato sansa.

A differenza dell’olio EVO, che rievoca un gusto ricercato, la sansa di oliva dunque farebbe pensare ad un prodotto di scarto non utilizzabile in cucina, invece contiene al suo interno buone quantità d’olio che vanno però estratte con procedimenti specifici effettuati in appositi sansifici con l’impiego di solventi chimici.

L’olio che si ottiene da questo processo però, per diventare commestibile, va trattato ulteriormente e raffinato: tutti questi procedimenti sono legali e regolamentati, pertanto l’olio di sansa d’oliva è perfettamente commestibile e ha quasi le stesse proprietà organolettiche dell’olio di oliva classico e, allo stesso modo, è ricco di grassi monoinsaturi che fanno bene alla salute.

Ciò che lo differenzia maggiormente, oltre alla tipologia di lavorazione, è anche la quantità di acido linoleico presente che, nell’olio di sansa di oliva, risulta maggiore.

Sansa d’oliva: caratteristiche nutrizionali e costo

L’olio di sansa di oliva è stato a lungo bistrattato per via della procedura con cui veniva realizzato: in molti temevano che i reagenti chimici impiegati per l’estrazione dell’olio dalla sansa finissero, anche se in minima percentuale, nell’olio stesso.

Studi accurati compiuti sull’olio di sansa di oliva hanno però dimostrato la sua bontà e la sua affidabilità, sdoganandone del tutto l’utilizzo in cucina, oltre che in ambito cosmetico.
L’olio di sansa di oliva dunque ha tutte le carte in regola per poter essere nostro alleato in cucina: ricco di grassi monoinsaturi e acido linoleico, risulta essere più leggero e delicato rispetto all’olio extravergine d’oliva classico e ben si presta a crudo da accompagnare ai tipi di pane perfetti per le bruschette.

Inoltre, altro punto a suo favore, l’olio di sansa di oliva è meno costoso rispetto all’olio tradizionale: il suo prezzo si aggira intorno a 1,77 euro al kg contro i 4,93 euro dell’extravergine.
Il costo dell’olio di sansa di oliva può variare però in base allo stabilimento di produzione, alla provenienza geografica delle olive e, naturalmente, alla tipologia di coltivazione delle stesse: una sansa di oliva ottenuta da olive biologiche farà alzare il prezzo dell’olio anche in maniera considerevole.

Olio di sansa d’oliva: come si utilizza in cucina

L’olio di sansa di oliva trova ampio impiego in cucina: grazie al suo gusto delicato e all’elevato contenuto di acido linoleico, è perfetto per rendere fragranti le preparazioni come pane, focacce, biscotti e taralli alle quali riesce a conferire una croccantezza imbattibile.

Avendo un gusto piuttosto neutro, questa tipologia di olio è perfetta anche a crudo per condire carne grigliata o arrosto e, grazie alla capacità di mantenere inalterato il proprio sapore anche alle alte temperature, è l’alleato perfetto per qualsiasi tipo di frittura, candidandosi a essere uno dei migliori oli per friggere in maniera sana.

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