Scrivo questa recensione con profonda amarezza dopo l’esperienza vissuta con S.A.M.O.T. durante l’assistenza a mia madre, malata di SLA. Mi aspettavo supporto, empatia, professionalità. Purtroppo, abbiamo trovato tutt’altro: un sistema oppressivo, fatto di micromanagement e paura. Infermieri e specialisti incapaci di agire o rispondere senza “consu...
Scrivo questa recensione con profonda amarezza dopo l’esperienza vissuta con S.A.M.O.T. durante l’assistenza a mia madre, malata di SLA. Mi aspettavo supporto, empatia, professionalità. Purtroppo, abbiamo trovato tutt’altro: un sistema oppressivo, fatto di micromanagement e paura. Infermieri e specialisti incapaci di agire o rispondere senza “consultare il primario”. Nessuna autonomia, nessun calore umano.
Il capo dell’équipe, la dott.ssa Terranova, si è dimostrata distante, autoritaria e del tutto priva di sensibilità. Le visite avvenivano senza preavviso, anche in orari serali, senza alcuna attenzione ai bisogni della famiglia o della paziente. Il momento più doloroso è stato quando abbiamo chiesto un comunicatore oculare per aiutare mia madre a comunicare. La risposta della dottoressa è stata:
“Sua madre non ha bisogno del comunicatore oculare, tanto non sa nemmeno usare quello che ha ora con le mani… figuriamoci quello oculare.”
Una frase crudele, che non dimenticherò mai.
So che l’ambiente domestico non era perfetto, ma chi lavora con pazienti terminali dovrebbe avere strumenti e umanità per affrontare anche situazioni complesse. Invece, ho avuto l’impressione che molti venissero solo a “fare la visitina”, senza empatia o reale coinvolgimento.
Spero che raccontare la nostra esperienza serva a evitare che altri vivano la stessa disumanità. Nessuno dovrebbe sentirsi così solo nel momento più difficile della vita.
Domenico M.
6 giorni fa
Scrivo questa recensione con profonda amarezza dopo l’esperienza vissuta con S.A.M.O.T. durante l’assistenza a mia madre, malata di SLA. Mi aspettavo supporto, empatia, professionalità. Purtroppo, abbiamo trovato tutt’altro: un sistema oppressivo, fatto di micromanagement e paura. Infermieri e specialisti incapaci di agire o rispondere senza “consu...
Scrivo questa recensione con profonda amarezza dopo l’esperienza vissuta con S.A.M.O.T. durante l’assistenza a mia madre, malata di SLA. Mi aspettavo supporto, empatia, professionalità. Purtroppo, abbiamo trovato tutt’altro: un sistema oppressivo, fatto di micromanagement e paura. Infermieri e specialisti incapaci di agire o rispondere senza “consultare il primario”. Nessuna autonomia, nessun calore umano. Il capo dell’équipe, la dott.ssa Terranova, si è dimostrata distante, autoritaria e del tutto priva di sensibilità. Le visite avvenivano senza preavviso, anche in orari serali, senza alcuna attenzione ai bisogni della famiglia o della paziente. Il momento più doloroso è stato quando abbiamo chiesto un comunicatore oculare per aiutare mia madre a comunicare. La risposta della dottoressa è stata: “Sua madre non ha bisogno del comunicatore oculare, tanto non sa nemmeno usare quello che ha ora con le mani… figuriamoci quello oculare.” Una frase crudele, che non dimenticherò mai. So che l’ambiente domestico non era perfetto, ma chi lavora con pazienti terminali dovrebbe avere strumenti e umanità per affrontare anche situazioni complesse. Invece, ho avuto l’impressione che molti venissero solo a “fare la visitina”, senza empatia o reale coinvolgimento. Spero che raccontare la nostra esperienza serva a evitare che altri vivano la stessa disumanità. Nessuno dovrebbe sentirsi così solo nel momento più difficile della vita.
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