Nel panino, tagliato a tocchetti per insaporire un’insalata e il ripieno di una quiche o magari semplicemente a fette, per aprire il pasto insieme a olive, grissini e formaggi. Ci sono tanti modi di gustare il salame a pranzo, a cena e persino a merenda. Ma prima ancora di sbizzarrirsi in qualche ricetta, c’è un aspetto fondamentale da considerare: la conservazione. Per consumarlo in sicurezza, infatti, ma anche per evitare sprechi, è importante imparare a conservare il salame nel modo giusto. Conservare a casa il salame e i salumi Le tecniche di conservazione variano in base all’alimento e, nel caso del salame (ma anche dei salumi insaccati in generale) molto dipende dalla tipologia, dal tipo di lavorazione e dal confezionamento. Gli obiettivi di una conservazione adeguata, però, sono sempre gli stessi: mantenere intatti la freschezza e il gusto ed evitare la proliferazione di batteri e la formazione di muffe. Queste ultime, non essendo sempre visibili a occhio nudo, potrebbero essere involontariamente ingerite e causare disturbi gastrointestinali. Conservare il salame sottovuoto Un ottimo modo di conservare il salame, ma anche altri tipi di affettati e salumi, è la tecnica del sottovuoto. L’alimento viene inserito in una confezione in plastica nella quale viene ridotta la pressione dell’aria, sottraendo ossigeno: così si eliminano molti fattori che potrebbero far deteriorare il salame, come microrganismi, enzimi, umidità… Conservare il salame sottovuoto significa, insomma, garantire una maggiore durabilità dell’alimento, che, finché si trova nella sua confezione integra e sigillata, può rimanere commestibile anche per alcuni mesi (di solito da 2 a 6, ma dipende dal singolo prodotto). Talvolta il salame viene già venduto in una confezione sottovuoto, altrimenti bisogna sapere che esistono piccoli apparecchi casalinghi per il sottovuoto che consentono facilmente di confezionare gli alimenti a casa con questa tecnica. In ogni caso, il salame sottovuoto va conservato in frigo oppure in un altro luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di luce e di calore. Conservare il salame in cantina Il salame, quando è intero e artigianale, può anche essere conservato in cantina, a patto però che non sia eccessivamente umida. In caso contrario, l’alimento finirebbe per essere contaminato da muffe verdi o nere in breve tempo. Se possiedi una cantina idonea, ovvero asciutta, areata e fresca (la temperatura ideale è tra i 15 e i 20 °C), puoi appendere i salami interi a un supporto saldato al soffitto o alla parete, in modo che non siano appoggiati a nessuna superficie. Monitora la situazione per qualche giorno, per accertarti che le condizioni del locale siano effettivamente adatte e che l’alimento non manifesti strane reazioni. Chi conserva il salame in cantina deve fare attenzione a mosche, insetti e, soprattutto se abita in campagna, anche ad altri piccoli animali che potrebbero introdursi nella stanza tramite vani e finestre aperte. Come conservare il salame intero Se il salame intero non è sottovuoto o è già tagliato, e in assenza di una cantina idonea, il frigo resta il posto migliore in cui conservarlo. Un salame abbastanza stagionato, come il Salame Milano tipicamente lombardo (che viene lasciato stagionare dalle 3 alle 9 settimane), una volta aperto può essere conservato in frigo per una o due settimane. In generale, più il salame è grande, più a lungo potrebbe durare in frigorifero. Salami più morbidi come il famoso ciauscolo tipico marchigiano – segnale del fatto che hanno un elevato grado di umidità – hanno una durabilità inferiore e vanno consumati nel giro di pochi giorni. Come conservare il salame in frigo Gli esperti consigliano di conservare il salame in frigo nei ripiani più bassi: qui la temperatura (che non è uniforme all’interno dell’elettrodomestico) sarebbe quella ideale. Una volta affettato il salame, prima di riporlo in frigo si dovrebbe coprire la sezione tagliata con un pezzo di carta stagnola o di pellicola di plastica. Ancora meglio, si potrebbe avvolgere l’intero salame in un canovaccio di cotone pulito, così da evitare di farlo seccare eccessivamente. Si può congelare il salame? Il congelamento è una tecnica di conservazione efficace, perché permette di mantenere a lungo i nutrienti e la freschezza di un alimento. Ma questo ragionamento vale anche per il salame? Dipende, anche se in generale va detto che non si tratta di un’opzione da prediligere. Se proprio si deve congelare un salame, è preferibile farlo con un prodotto confezionato sottovuoto e ancora integro, a basso contenuto di sale e con poco grasso. In ogni caso, si dovrebbe conservare il salame in freezer per un paio di settimane al massimo. Una volta scongelato, il prodotto non può più essere ricongelato. Tutte queste indicazioni relative al congelamento valgono tra l’altro anche nel caso si desideri surgelare altri tipi di salumi, e non necessariamente un salame. Se si tratta di affettati, può essere utile rimuovere le parti grasse. Conservare un salame artigianale È importante sottolineare che, quando si parla di come conservare un salame, molto dipende da come l’alimento è stato prodotto e lavorato: la presenza abbondante di additivi e conservanti, che è molto frequente nei prodotti di origine industriale o di bassa qualità, potrebbe incidere sui tempi e sulle modalità di conservazione. L’opzione migliore è sempre quella di affidarsi a salumifici che garantiscono salami artigianali e di alta qualità, che per questo tendono a mantenersi al meglio più a lungo. Cerca su PagineGialle i migliori salumifici della tua zona.
L’avvento di internet nelle nostre vite ha certamente cambiato molte nostre abitudini, la maggior parte di noi infatti ha imparato ad acquistare beni e servizi online e il mercato dell’e-commerce cresce giorno per giorno. Sono sempre di più le aziende che lavorano solo su internet, una rivoluzione digitale che coinvolge anche il settore delle assicurazioni auto. Ci sono molte compagnie online che attirano i clienti oggi per la loro immediatezza e trasparenza, ma anche per la convenienza dei prezzi. Vediamo quali sono i vantaggi di questa tipologia di polizze, quando e se conviene stipulare un contratto assicurativo online e quali sono le differenze rispetto alle compagnie tradizionali. Assicurazione online e tradizionale: cosa cambia Sul piano legale e amministrativo non c’è alcuna differenza fra una polizza online e un contratto tradizionale, firmato negli uffici della compagnia assicuratrice. Per la legge ogni tipo di contratto è valido allo stesso modo. Nulla cambia quindi a seconda del prezzo pagato o della tipologia di assicurazione, il cittadino è in ogni caso coperto e assicurato. Come sappiamo poi, da alcuni anni, non c’è più l’obbligo di esporre il tagliando a bordo dell’auto e per questo è più semplice stipulare una polizza online e vedersi recapitare ricevute e tagliandi per email. Prima era in alcuni casi obbligatorio, ma quantomeno preferibile, andare di persona in agenzia a ritirare ogni volta il tagliando rinnovato da esporre. Le differenze principali tra una compagnia online e una tradizionale: l’interazione stessa con l’assicurazione; la gestione della pratica avviata; l’assistenza dopo un eventuale sinistro stradale. Se scegliamo un contratto online, è necessario poi avere a che fare solo ed esclusivamente con un pc o uno smartphone per stipulare la polizza e scegliere la miglior tariffa in base alle proprie esigenze. È necessario avere un minimo di esperienza con internet, non tutti sono disposti ad ‘arrangiarsi’ davanti a un computer. Chiaramente la compagnia assicurativa mette a disposizione il personale con cui parlare e cercare la migliore soluzione. Se si stipula la polizza online, c’è sempre bisogno della connessione internet, anche per le pratiche di gestione successive. Sono poche ormai le assicurazioni online che danno la possibilità di essere contattate anche telefonicamente, molto spesso ci sono app e siti internet dove calcolare gli estremi della polizza, aggiungere dei servizi o toglierne altri, ecc. L’assistenza dopo un incidente resta comunque l’aspetto più delicato, che fa la differenza: anche in questi casi, con le polizze online, ci si deve esclusivamente rapportare con un telefono, una mail o altri strumenti simili, senza poter parlare con un agente. Sembra anche che le compagnie tradizionali siano più rapide nei pagamenti e risarcimenti. I prezzi dell’assicurazione online o tradizionale Un punto a favore delle assicurazioni online è il prezzo, chiaramente si tratta di compagnie che hanno meno spese vive rispetto a quelle che hanno uffici fisici quindi è davvero possibile risparmiare. C’è da dire però che investono più denaro in pubblicità, per farsi conoscere, ma sono in grado comunque di mantenere prezzi medi più bassi rispetto alla concorrenza fisica. Le agenzie tradizionali offrono anche la possibilità di pagare la polizza in contanti o bancomat, mentre online bisogna fare il versamento solo con carta di credito o debito. Ci sono ancora molti gli automobilisti che non si fidano delle compagnie online, hanno paura di ricevere una scarsa assistenza al bisogno, nonostante ormai stiano spopolando da anni sul web. C’è da dire che il rischio di truffa online è sicuramente alto, soprattutto quando notiamo prezzi notevolmente bassi, quindi bisogna fare attenzione.
Viaggiare in auto implica un minimo di conoscenza del proprio veicolo e delle spie di segnalazione che possono comparire sul cruscotto, non solo di quelle principali come la spia del motore. Questo permette di poter stare più tranquilli e non perdere mai il controllo della situazione, perché può capitare durante un viaggio che compaia all’improvviso, ad esempio, la spia dell’auto con il punto esclamativo: che cosa significa? In questo articolo facciamo chiarezza e ti spieghiamo cosa fare quando compare questa spia. Spia gialla punto esclamativo: cosa significa? Si tratta di una delle spie più comuni e compare solitamente con un punto esclamativo giallo tra parentesi, oppure racchiuso all’interno di un pneumatico stilizzato. Questa spia fa riferimento proprio ai pneumatici e indica la necessità di fermarsi per fare un controllo alla pressione delle gomme. La spia gialla con il punto esclamativo tra parentesi appare quando si registra una variazione improvvisa della pressione delle gomme. Questo accade in caso di foratura, anche minima, oppure nel caso in cui i pneumatici abbiano raggiunto una pressione minima a causa di uno sgonfiamento lieve nel tempo. Potrebbe rendersi necessaria anche una calibratura delle gomme stesse. È buona prassi infatti tenere monitorato questo valore durante tutto l’anno, ma in particolar modo prima di intraprendere un viaggio in auto, magari per le vacanze estive, onde evitare di ritrovarsi in situazioni spiacevoli. Se si effettua quindi un controllo antecendente alla partenza, si possono gonfiare le gomme se la pressione registrata è bassa, oppure si possono riparare qualora si sia riscontrato un problema di sgonfiamento repentino. Spia auto con punto esclamativo: cosa fare se appare? Dopo aver visto il significato di questa spia, viene spontaneo chiedersi: che cosa si deve fare nel caso in cui appaia durante un viaggio? Prima di tutto è necessario mettersi in sicurezza, quindi si deve fermare il veicolo il prima possibile per verificare l’entità del danno. Se lo sgonfiamento è dato da una bassa pressione delle gomme, in quasi tutte le aree di servizio è presente lo strumento che permette di misurarne la pressione e gonfiarle. Se invece la spia si è accesa a causa di una foratura, si dovrà riparare la gomma, oppure sostituirla con quella di scorta utilizzando il kit di emergenza che è presente in quasi tutte le auto. Dopo aver montato la ruota di scorta, ci si dovrà recare presso un gommista (o se è in garanzia presso la proprio concessionaria) per installare una gomma nuova, perché quella di scorta può percorrere un chilometraggio limitato. Se invece all’interno dell’auto non è presente il kit di emergenza per le forature, si dovranno chiamare i soccorsi, magari un carro attrezzi che permetterà di risolvere il problema. È molto importante sapere, inoltre, che non tutte le auto hanno la spia gialla con il punto esclamativo, perché è uno strumento piuttosto recente. Le auto non di recente costruzione o quelle d’epoca spesso non la presentano, rendendo sicuramente più complessa la gestione del problema. È consigliabile comunque consultare il libretto di istruzioni dell’auto prima di mettersi alla guida, nel quale è indicato il significato di ogni spia, come agire e come risolvere il problema in tutta sicurezza.
L’origine del vino Novello risale ai primi del ‘900 nella zona francese di Beaujolas Nouveau da cui prende il nome. Fu un ricercatore francese a sperimentare la tecnica con cui nasce questo vino, ovvero mise a contatto i grappoli con l’anidride carbonica e si accorse che il gusto del mosto che ne fuoriuscì divenne più delizioso e con un profumo molto piacevole. La tipologia di uva utilizzata era esclusivamente la Gamay. Ad oggi la produzione è a livello mondiale e subisce ovviamente le influenze dei diversi vitigni in cui viene prodotto. In Italia ha inizio dagli anni ’70; qui ad esempio vengono impiegate diverse qualità di uva. Come viene prodotto il vino Novello Il vino Novello ha una modalità di vinificazione unica nel suo genere, è la cosiddetta macerazione carbonica. Tale procedura prevede cioè la conservazione dei grappoli integri in contenitori ermetici saturi di CO2 quindi in assenza di ossigeno. Gli zuccheri contenuti negli acini si trasformano in alcol etilico grazie alla cosiddetta fermentazione alcolica e vengono sprigionati aromi particolari che non vengono prodotti durante le tradizionali vinificazioni. Il gusto che ne deriva è fruttato e corposo, il colore molto intenso e il profumo decisamente delicato, degno dei migliori vini italiani. La macerazione carbonica ha una durata variabile, da una settimana a circa 20 giorni, dopodiché l’uva viene pigiata come da prassi. Regolamentazione e legislazione per la vendita Il vino Novello si distingue in quanto viene messo in commercio nello stesso anno della vendemmia. Esiste per questo una precisa legislazione che bisogna rispettare per conferirne la giusta etichetta di novello e quindi di vino giovane. Eccone i punti principali: E’ prevista la vendita del vino novello dal mese di novembre dello stesso anno in cui viene vinificato o meglio successivamente al 30 ottobre La percentuale di uva messa in macerazione deve essere almeno il 40% di quella utilizzata Il procedimento di macerazione carbonica deve avere una durata di un minimo di 10 giorni Grado alcolico non inferiore a 11%. L’etichetta sulle bottiglie deve riportare data, ora e anno della messa in vendita per sottolineare che è stato rispettato il periodo di produzione. Abbinamenti con cui gustare il vino novello Come non pensare subito alle castagne visto il periodo in cui viene commercializzato il vino novello? E poi formaggi non troppo stagionati e i salumi o gli insaccati nostrani, insomma piatti prettamente autunnali. Gustiamolo con la carne, i vari tipi di funghi e anche i carciofi. I prezzi del vino novello partono da un minimo di Euro 5.00 per arrivare a confezioni importanti e rare dal costo di Euro 50.00. E’ normale come per qualsiasi prodotto trovare costi differenti, dipende molto dalla regione in cui il vino è prodotto quindi dalla qualità delle uve selezionate e impiegate per la produzione. Ricordiamoci di non confondere il vino novello con il vino nuovo. Il vino nuovo è un bianco meno alcolico e dal sapore più dolce, quasi come un succo d’uva. Viene spesso definito un “non” vino, ma non per questo possiamo dire che il vino novello faccia male!