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La batteria: come muovere i primi passi

Avete sempre sognato di imparare a suonare la batteria, ma non sapete da dove cominciare? Ecco le informazioni base da avere e qualche consiglio!

19-08-2018 (Ultimo aggiornamento 21-09-2018)

Scuole e corsi

Dopo lunghissimi pomeriggi ad ascoltare e riascoltare “Stairway to Heaven” hai deciso che volevi provare a sentirti un po’ John Bonham, ed eseguire anche tu il brano suonando la batteria.

La realtà però è che non ha mai suonato nemmeno il triangolo e quindi la strada ti sembra tutta in salita, in realtà non è così. In questo articolo ti daremo qualche nozione base e qualche consiglio per muovere i primi passi o per meglio dire, le prime battute in questo ambito. Ci teniamo comunque a informarti che anche se le basi non sono così complicate da imparare, per affinare la tecnica ci possono volere anni, proprio come per tutti gli strumenti, tra cui anche la chitarra.

Cominciamo parlando delle parti che compongono una batteria, tenete presente che ogni kit è differente e che la creazioni della propria batteria varia da batterista a batterista e a seconda di genere e stile con cui si decide di suonare.

  • Grancassa: produce un suono basso, che proviene dal battente collegato ad un pedale
  • Rullante: posizionato dalla parte della mano non dominante dell’artista. Si tratta di un tamburo esteso, con la cordiera costituita da perline metalliche che accompagnano la parte finale del suono, completandone la sua caratteristica netta con un fruscio di risonanza.
  • Tom- tom: ne esistono diversi tipi. Tra i più conosciuti troviamo il Floor Tom (più profondo), il Mid-Tom (medio) e l’High-Tom (più acuto). Nel caso di strumentazione basilare, su può avere solo il primo e poi man mano comprare anche gli altri due.

Altra componente fondamentale è costituita da i piatti, anche qui misure e lavorazioni sono differenti ma i principali sono:

  • Charleston: coppia di piatti montata su un pedale, che solitamente viene direzionato dal piede sinistro, che li unisce quando viene battuto e li stacca quando lo si alza. Di solito la bacchetta colpisce i piatti quando sono chiusi o a distanza molto ravvicinata.
  • Ride: viene suonato in modo ripetitivo per tutta la lunghezza del brano e produce un suono profondo e sottile, tra un colpo e l’altro.
  • Splash: viene usato come abbellimento, come rumore è riconducibile a quello di un’onda, che va a calare subito dopo aver raggiunto il suo picco.
  • Crash: più prolungato e intenso dello splash. Usato per creare pathos nella musica orchestrale o chiudere la battuta nelle canzoni pop.

Se vi sembra che tutto questo possa occupare troppo spazio (che non avete), ricordate che potete optare anche per le più “piccole” batterie elettroniche.

Bene, adesso per proseguire correttamente dobbiamo imparare a impugnare le bacchette, in modo da poter iniziare a cimentarci con gli esercizi:

  • Matched grip: si tengono tra pollice e indice a poca distanza dalla base. Avvolgendovi intorno le altre dita. Con questo metodo controllerete meglio il polso e sarete più confortevoli
  • Traditional grip: postura per la mano non dominante, che si realizza appoggiando la bacchetta nell’incavo tra pollice e indice e la parte posteriore dell’anulare. Avvolgete il pollice, l’indice e il medio intorno alla bacchetta. L’altra bacchetta verrà tenuta con l’impugnatura moderna .

Ora che avete un’infarinatura di base dovete iniziare facendo degli esercizi semplici. Come prima cosa è importante prendere confidenza col ritmo e imparare la differenza tra ottavi, quarti e battute in battere e in levare. Vi sconsigliamo di prendere una batteria troppo articolata ma per iniziare è sicuramente meglio comprarla base o usata o ancora meglio trovare una scuola o un gruppo che vi permetta di fare le prime lezioni con i loro strumenti, in modo da capire se è qualcosa che può effettivamente interessarvi.

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