Diuretica, depurativa e vitaminica, la pesca è uno dei frutti di stagione a giugno e, più in generale, nei mesi estivi. Ma chi non vorrebbe avere a disposizione quella freschezza e quella dolcezza tutto l’anno? Un modo per riuscirci è preparare le pesche sciroppate: la ricetta è molto semplice e permette di conservare a lungo il sapore delizioso delle pesche. Comodamente custodite in un barattolo di vetro chiuso ermeticamente, le pesche sciroppate restano a portata di mano (e di palato) per mesi. Ecco allora come prepararle, oltre che qualche consiglio su come mangiarle. La ricetta delle pesche sciroppate Iniziamo subito dalla ricetta: come fare le pesche sciroppate? Gli ingredienti necessari sono soltanto tre: acqua, zucchero e, ovviamente, pesche fresche e mature al punto giusto. Le migliori da utilizzare per questa preparazione sono le percoche o le pesche gialle: per riempire sette vasetti da conserva ne occorrono 4 chili, insieme a 800 grammi di zucchero e due litri di acqua. Le dosi vanno diminuite in modo proporzionale: per ottenere solo due vasetti di pesche sciroppate, ad esempio, serviranno 1,1 chili di pesche, 230 grammi di zucchero e mezzo litro di acqua. La prima cosa da fare è preparare lo sciroppo: basta sciogliere lo zucchero nell’acqua in un pentolino, mescolando continuamente e tenendo la fiamma bassa. Quando lo sciroppo è omogeneo e trasparente si spegne la fiamma e si lascia raffreddare. Nel frattempo, bisogna lavare, asciugare e sbucciare le pesche, che vanno anche private di ammaccature, torsolo e nocciolo. La polpa va tagliata in due o tre grossi pezzi e le porzioni così ottenute vanno inserite nei vasetti di vetro, premendo un po’ e cercando di farcene stare il più possibile. Infine, bisogna versare lo sciroppo raffreddato in ciascun vasetto, riempiendo fino all’orlo, e avvitare bene i coperchi. È importante che all’interno non restino bolle d’aria. I vasetti, infine, vanno avvolti in carta da cucina e poi messi in una pentola capiente, che va riempita con acqua fino a coprire completamente i recipienti. Si porta l’acqua a bollore, si lasciano passare tre minuti e si spegne la fiamma. Poi si tolgono i vasetti dall’ammollo e si mettono capovolti su un piano della cucina. Una volta raffreddati completamente, i barattoli possono essere nuovamente capovolti e messi in dispensa. Si conservano per un anno, se ben chiusi. Dopo l’apertura, invece, è bene consumare le pesche sciroppate entro poco tempo. Una buona abitudine è quella di applicare su ciascun vasetto un’etichetta con specificato il contenuto e, soprattutto, la data della preparazione. Sterilizzare i barattoli per le pesche sciroppate Shutterstock Quali vasetti usare per fare le pesche sciroppate? Vanno benissimo i boccacci in vetro, quelli che si usano di solito per conserve e marmellate, ma è fondamentale che i recipienti vengano sterilizzati prima dell’uso e che i coperchi siano preferibilmente nuovi, mai utilizzati prima per altro. Questo è il procedimento per la sterilizzazione da seguire: bisogna lavare i vasetti sotto acqua corrente e poi adagiarli in una pentola dai bordi alti, inserendo un canovaccio pulito tra uno e l’altro per evitare che le superficie di vetro possano sbattere tra loro e rompersi. Poi si riempie la pentola d’acqua, si porta a bollore e si lascia bollire per trenta minuti. Dieci minuti prima del termine si aggiungono anche i coperchi. Una volta trascorsa la mezz’ora di bollore, si spegne la fiamma e si lascia intiepidire. I boccacci a questo punto sono pronti: è utile eseguire questo procedimento poco prima di preparare le pesche, così da metterle subito nei barattoli. Pesche sciroppate: come usarle nelle ricette Le pesche sciroppate possono essere mangiate così come sono, direttamente dal barattolo: dolci e morbide, si rivelano uno spuntino davvero goloso. Tagliate a pezzetti, invece, possono arricchire il muesli del mattino, uno yogurt, una coppa di gelato o una macedonia, ma anche l’impasto di una torta, la farcitura di una cheesecake o il ripieno di uno strudel alla frutta (se si reinterpreta creativamente la tradizione, questo dessert non deve essere necessariamente fatto con le mele!). Le pesche sciroppate possono anche essere disposte su uno strato di pasta frolla insieme a un velo di crema: il risultato è una fragrante crostata, ottima da servire con dessert. Quando usi le pesche sciroppate in qualche ricetta, comunque, non buttare lo sciroppo che rimane nel barattolo: può essere aggiunto all’impasto di alcuni dolci, come plumcake o torta margherita, riducendo la quota di zucchero e aggiungendo un delicato retrogusto di pesca! I vasetti di pesche sciroppate possono anche diventare una stuzzicante idea regalo. Siamo abituati ai cesti natalizi colmi di dolci e bevande, allora perché non preparare una piccola confezione di prelibatezze fatte in case anche in occasione di compleanni, anniversari o altre ricorrenze? In questo caso, per rendere più curato il vasetto, ci si può procurare dei cerchi di stoffa fantasia e dei nastri colorati con i quali coprire i coperchi. La ricetta delle pesche sciroppate può essere replicata tale e quale anche con altri frutti, ad esempio le prugne, le fragole, le mele, le pere o le albicocche. Non solo: lo sciroppo di acqua e zucchero potrebbe essere insaporito con spezie e aromi (come la cannella) o un goccio di liquore. Per acquistare la frutta necessaria alla preparazione, che si tratti di pesche o altro, cerca su PagineGialle i negozi di frutta e verdura della tua zona.
La tuta intera è un capo molto versatile, usato dalle donne anche nelle giornate più calde: riesce a essere comoda e fresca, con quel tocco glamour ed elegante che non guasta mai. Ci sono differenti tipologie di jumpsuit, è bene scegliere quella che si adatta meglio alla propria fisicità. La tuta è fantastica perché, a seconda degli accessori e di altri indumenti abbinati, è molto versatile e adatta a qualsiasi occasione. Vediamo insieme come indossarla. Come abbinare la jumpsuit Se la tuta intera ti incuriosisce ma ancora non hai capito se ti sta bene o come abbinarla ad altri capi e accessori – e sei terrorizzata all’idea di sbagliare outfit – allora sei nel posto giusto: di seguito troverai alcune utili dritte. La jumpsuit già da qualche anno si è guadagnata il titolo di must have: ognuna di noi nel proprio armadio dovrebbe averne almeno una – tuta elegante o sportiva, lunga o corta – da sfoggiare con orgoglio e disinvoltura. l nostro consiglio è scegliere il modello in grado di esaltare la propria forma fisica, e abbinarlo con gli accessori che più seguono i tuoi gusti. La tuta ideale per ogni fisicità non esiste, bisogna quindi prima imparare a conoscere il proprio corpo. Jumpsuit per donne con il fisico a pera Anche chi ha un fisico a pera – sempre le più timorose a sfoggiare questo tipo di outfit – in realtà può trovare la tuta perfetta. Deve avere queste caratteristiche: gambe larghe e scampanate; una forma che metta in risalto il punto vita. Il modello perfetto è la tuta a kimono o con le balze, che fa apparire la figura più proporzionata, senza evidenziare i fianchi. La tuta per chi ha il fisico a mela In questo caso il punto forte sono le gambe, mentre la zona del corpo più tonda ed evidente – e quindi che si tende a nascondere – è l’addome. In questo caso la jumpsuit ideale è corta, con la parte superiore morbida, che non segna la pancia ma mette in bella mostra le gambe magre e sode. L’outfit che consigliamo in questo caso prevede una tuta con allacciatura dietro il collo, abbinata a tacchi e cardigan lungo, che slanciano la silhouette. Una chicca? Evita collane importanti o accessori vistosi nella parte alta del corpo, che possono far cadere l’occhio su zone del fisico che non ami. Come indossare la jumpsuit: i migliori outfit Sono tantissimi i modelli di tuta intera da donna oggi: tra i più originali quest’estate va di moda quella in denim. Per le ragazze più snelle e alte non c’è alcun limite: qualsiasi tipologia di jumpsuit si adatta a questo fisico. È importante però evitare modelli senza dettagli, molto lisci e semplici: sembrerà altrimenti di essersi messe addosso una specie di sacco informe. Se invece non siete così alte e magre, ma avete un punto vita invidiabile, allora sì ai modelli a vita alta; un accessorio di tendenza da abbinare – in questo caso – potrebbe essere un bel cinturone o un foulard da annodare in vita. Se al contrario hai i fianchi morbidi, allora l’ideale sarebbe una tuta che cade morbida addosso, senza evidenziare i difetti. Prediligi comunque il pantalone largo, scarta immediatamente quello a sigaretta o molto aderente. Infine se il tuo punto forte sono le spalle e le braccia, e sei una ragazza sportiva e atletica, allora ti consigliamo di scegliere una jumpsuit con le maniche corte, più morbide e svasate.
Sicuramente ne avrete sentito parlare, ma ancora non sapere che cosa sia esattamente: una profumeria bio non è altro che una classica profumeria, con qualche accorgimento in più, ma in che senso? Per certo, viste le sue caratteristiche etiche ed ecologiche, si discosta di molto dalle profumerie e dalle farmacie convenzionali. Infatti, vengono venduti dei prodotti di cosmesi ecobio: una vera e propria filosofia per chi li acquista; infatti chi lo fa è spinto da un’attenzione per l’ambiente e per se stesso. Ed è proprio negli ultimi anni che è cresciuto l’interesse per il biologico, quindi per prodotti coltivati senza l’utilizzo di sostanze chimiche o manipolati geneticamente, e in particolare per la cosmesi biologica. Dati statistici riportano che il fatturato totale di cosmetica biologica, già nel 2016, costituiva ben il 9%. Settore in crescita, oggi infatti il biologico è più attuale che mai. Questi tipi di profumerie si trovano principalmente nelle grandi città, ed è per questo che vi parleremo più di dove trovarle in una grande metropoli come Milano. La bioprofumeria a Milano Analizzando quindi da dove derivino queste profumerie e quale sia la loro missione. Il termine EcoBio nasce dall’unione delle parole ecologico e biologico: questo vuol dire che la cosmesi naturale, che in questo caso trovi a Milano, rispetta sia la natura e che gli esseri viventi, salvaguardando la biodiversità grazie all’esclusione di qualsiasi OGM. I prodotti che vengono utilizzati quindi hanno un’origine agricola e biologica naturale, che salvaguardia l’ambiente, proprio come gli alimenti biologici. Questo perché al centro dell’attività di ogni bioprofumeria, c’è l’attenzione e la cura dell’esercente che crede nella ricerca e nella cura dell’epidermide, grazie a prodotti che, prendendosi davvero a cura la nostra salute, non lo fanno a discapito nel nostro eco-ambiente. Ed è proprio perché la nostra pelle dovrebbe essere libera di respirare e disintossicarsi da tutte quelle sostante nocive che ogni giorno ci vengono somministrate, senza nemmeno che ce ne accorgiamo, che nelle bioprofumerie esiste spesso un servizio di consulenza unico. Ciò perché è la passione che molto spesso spinge una persona ad aprire uno specifico tipo di esercizio. Negozi di cosmetici bio a Milano Milano, come ormai si sa, è una città molto progressista sotto diversi punti di vista. Non possono quindi mancare delle bioprofumerie, come LaulaBeauty in via Foppa 21, sparse per la città. Lo smog infatti è uno dei problemi che accomuna città industriali come Milano, ed è per questo motivo che diverse irritazioni cutanee causate sia dalle polveri, che si depositano facilmente su ogni superficie, sia da pesticidi o diserbanti che non ci rendiamo conto nemmeno di assumere, possono essere combattute da prodotti derivanti da coltivazioni biologiche. Infatti, il benessere dovrebbe essere sempre un elemento costante e importane nella nostra vita da tenere d’occhio, ed è per questo che le bioprofumerie si stanno pian piano espandendo, cercando di dare delle possibili soluzioni per migliorare la nostra condizione di bellessere.
Aveva fatto scalpore la notizia di una ricca americana che per assistere al suo funerale, aveva organizzato un corteo lungo il Canal Grande di Venezia con tanto di musiche d’accompagnamento e bara mortuaria. Sembrerebbe una cosa assurda infatti, ma non è da sottovalutare la possibilità di organizzare il proprio funerale: soprattutto per non apportare altro carico emotivo ai propri cari. Infatti, riuscire a mantenere la lucidità necessaria all’organizzazione di un rito del genere, non è semplice che sia un funerale religioso o laico. Se pensiamo al passato, e guardiamo alla società contadina, erano gli anziani che per anni accumulavano i soldi necessari per sostenere il costo dei funerali, della tomba e della bara. Quindi perché al giorno d’oggi dovrebbe essere strano se siamo noi stessi a preoccuparcene? È bene dunque tener conto dei diversi aspetti organizzativi che il rito comporta. Per quanto riguarda l’orario e gli annunci da diffondere, se ne potranno occupare i familiari. Per il resto c’è da pensare alla forma del rito, agli arredi e soprattutto ai costi. Chi si trova infatti a gestire la scomparsa di un caro, non avrà tanta voglia di esaminare attentamente tutte le possibili proposte. Sarà infatti più propenso a scegliere la prima che gli capiterà per le mani. Se decidete comunque di pianificarlo per conto vostro, non vi aspettate di incorrere in un’incombenza troppo complicata. Organizzare il proprio funerale: cerimonia e sepoltura Innanzitutto, si deve decidere per quale tipo di cerimonia si vuole optare. Rispetto al rito civile o religioso infatti, cambierà il luogo dell’evento e il tipo di sepoltura. Bisognerà specificare se si vuole accompagnare il rito con particolari canti o letture. E infine il tipo di sepoltura: la tumulazione o la cremazione. Una volta quindi che avrete chiaro in mente cosa fare, potrete procedere col contattare le diverse agenzie funebri. Saranno molti i preventivi che vi presenteranno: voi state attenti a tutto ciò che includono, calcolando cosa può o non può rientrare nel vostro budget. Una volta scelto il tutto, si può procedere con il pagamento: esistono oggi infatti diverse agenzie funebri, che stipulano con il cliente un contratto prepagato. Una volta d’accordo su ogni dettaglio, si può pagare in anticipo tutto ciò che si è precedentemente deciso per il proprio funerale. Organizzare il proprio funerale: i costi Ma perché in realtà costa molto finanziare un funerale? Esistono ormai anche dei pacchetti low cost dei quali è meglio diffidare. La riduzione dei costi infatti potrebbe incidere sulla qualità dei servizi, i quali in un giorno delicato come questo, non dovrebbero disturbare ulteriormente lo stato emotivo in cui già ci si trova. Ciò a cui quindi bisognerà fare attenzione per non far lievitare il prezzo quindi, sono le cosiddette “spese accessorie”: lunghezza e materiale della cassa, tipologia della lapide, insomma su tutto quello che è un surplus, bisognerebbe spenderci un occhio di riguardo. Non tutti inoltre sanno che esiste la detrazione fiscale per le spese funebri. La detraibilità Irpef infatti è ammessa per questo tipo di spese, fino a un massimo di 1.550 per ogni decesso. Chi lo potrà fare però in questo caso saranno tutti i componenti della famiglia diretti. Quando si può svolgere un funerale? È importante poi tenere in conto che un funerale si può svolgere a partire da 24 ore dopo il decesso. Dopo queste ore, non c’è un determinato momento in cui per forza si debba svolgere il rito. Se si decide di farlo in maniera religiosa, ci saranno solo alcuni giorni, dichiarati come festività particolari, durante i quali i funerali potrebbero non essere celebrati. Questi riguardano, in linea di massima, il Natale, la Pasqua, il Venerdì Santo e la Quaresima. Potreste infatti trovare un parroco che è disposto a celebrarlo in ogni caso. In questo caso è necessario informarsi prima in chiesa, o in comune se si vuole celebrare il rito civile e allestire la sala del commiato. Infine, per quanto concerne le questioni burocratiche, purtroppo noi non possiamo fare molto per quanto riguarda l’organizzazione del proprio funerale . Dipenderà infatti dal luogo del decesso, se serviranno alcuni documenti rispetto ad altri. Sicuramente se accadrà in ospedale o in una casa di cura, sarà più rapido e semplice, rispetto a casa propria dove bisognerà, tra le altre, richiedere un certificato di morte da parte del medico curante e preoccuparsi dei documenti per il trasporto funebre. Purtroppo, non si può gestire tutto, ma con piccoli accorgimenti, potrete aiutare i vostri cari, anche una volta che voi non ci sarete più.