L’igiene orale, della bocca e dei denti, deve essere sempre mantenuta in maniera corretta per evitare infezioni e spiacevoli e dolorose conseguenze. Oltre a lavare i denti mattina, sera e dopo ogni pasto, evitare di mangiare cibi che potrebbero danneggiarli e fare periodiche visite dal dentista, è bene scegliere il giusto spazzolino e cambiarlo con regolare frequenza. Ma ogni quanto cambiare lo spazzolino da denti? Non c’è una regola precisa, poiché occorre guardare principalmente le sue condizioni e potrebbe essere necessario procedere alla sostituzione già dopo poche settimane. Spazzolino da denti, quando occorre cambiarlo Shutterstock Lo spazzolino da denti è lo strumento attraverso il quale, ogni giorno, manteniamo una corretta igiene orale. Viene utilizzato almeno tre volte al giorno, per diversi minuti ed è il principale alleato per la cura della bocca. Aiuta a rimuovere batteri, placca, residui di cibo e altri elementi che potrebbero causare infezioni, danni ai denti, alitosi, gengiviti e tanto altro ancora. Per svolgere correttamente la sua funzione occorre che sia sempre in perfetta condizioni. Lo spazzolino da denti va cambiato ogni 3 mesi, al massimo 4 mesi. Se si notano setole piegate, poco compatte o deteriorate, sporcizia e altri segnali è importante procedere anticipatamente alla sostituzione. Ma non finisce qui. Lo spazzolino da denti deve essere cambiato con frequenza anche in base alla salute della persona e del cavo orale. Se sono presenti carie, infiammazioni, infezioni, virus influenzali, placche alla gola, malattie dentali o altre malattie trasmissibili è bene procedere ad una più frequente sostituzione dello strumento. È necessario per evitare che virus e batteri proliferano tra le setole e sul resto dei componenti dello spazzolino. Come tenere pulito lo spazzolino da denti Per evitare un rapido deterioramento dello spazzolino e far sì che duri il più a lungo possibile e non doverlo cambiare solo dopo pochi giorni, è importante prendersene cura e mantenerlo sempre pulito. Ciò eviterà anche la contaminazione con batteri, funghi e sporcizia. Dopo ogni utilizzo occorre sciacquare bene lo spazzolino, dedicando del tempo a questa operazione. È preferibile utilizzare dell’acqua calda e accertarsi di rimuovere ogni traccia di cibo e di dentifricio dalle setole. Successivamente asciugare lo spazzolino o lasciarlo all’aria aperta senza riporlo in un cassetto o in un armadietto o in altri ambienti chiusi. Se le setole restano umide ci sono maggiori probabilità che si sviluppino batteri. Non posizionarlo nella zona vicino al wc: schizzi invisibili e impercettibili potrebbero contaminare le setole e rendere lo strumento non igienico e non idoneo all’utilizzo. Per lo stesso motivo, non è consigliabile applicare tappi di plastica sulla testa dello spazzolino e l’uso di altri tipi di astucci che potrebbero essere forniti in dotazione dopo l’acquisto. Si tratta di contenitori che devono essere utilizzati solo in viaggio, per isolare lo spazzolino dagli altri oggetti presenti in valigia. Se utilizzati quotidianamente, non permetterebbero allo spazzolino di asciugarsi nella maniera corretta. Non condividere lo spazzolino con altre persone, potrebbe essere strumento di contagio di malattie e virus, e utilizzare contenitori separati anche per gli spazzolini dei membri della stessa famiglia. È essenziale che le setole non si tocchino tra loro per evitare contaminazioni. Ogni volta che si guarisce da una malattia, è bene sostituire lo spazzolino rapidamente. I batteri annidati tra le setole potrebbero rallentare i processi di guarigione e causare delle ricadute. Spazzolino da denti, la scelta giusta Shutterstock Oltre a mantenerlo costantemente pulito e in ottime condizioni, per avere un buon risultato e una corretta igiene orale è necessario scegliere lo spazzolino giusto tra i tanti presenti in commercio. Scelta non facile, ma una buona strada potrebbe essere indicata dal proprio dentista, in grado di identificare tutte le specifiche esigenze della persona. In generale, sia che si tratti di spazzolino elettrico che di spazzolino tradizionale, è importante valutare la consistenza e la qualità delle setole e la dimensione dello strumento. La testa dello spazzolino non dovrebbe essere eccessivamente grande, per non rendere difficoltosa la pulizia di tutte le parti della bocca. Deve essere priva di spigoli, per non provocare involontariamente lesioni al palato. Alcuni sono dotati di un pulisci lingua e alette laterali massaggianti. Sono da preferire setole sintetiche, più durature rispetto a quelle naturali e più facili da pulire. Possono essere di media durezza, con setole morbide e delicate, ideali per chi soffre di ipersensibilità, o a setole dure, ma da utilizzare con attenzione. Per scoprire come prendersi cura della propria igiene orale, lo spazzolino più adatto alle proprie esigenze e come utilizzarlo ci si deve rivolgere ad un dentista. Puoi trovare quello più vicino a te consultando PagineGialle.
Non importa quanto accuratamente ci si lavi i denti ogni giorno con spazzolino e dentifricio: a un certo punto arriverà comunque il momento di fare una pulizia dei denti professionale. La pulizia dentale che si fa dal dentista (chiamata anche ablazione del tartaro o detartrasi) non sostituisce infatti la quotidiana igiene orale, ma piuttosto la integra. Il suo scopo è quello di rimuovere dai denti le incrostazioni di placca e tartaro e anche le macchie che sarebbe impossibile togliere manualmente. La pulizia dei denti professionale ha quindi uno scopo estetico, perché garantisce un sorriso brillante, ma è utile anche per prevenire le malattie parodontali e i disturbi alle gengive. Cerchi un posto dove fare la pulizia dei denti a Milano? Ecco gli indirizzi da tenere a mente e le informazioni utili su quanto costa e ogni quanto farla. Quando fare la pulizia dei denti Shutterstock Ogni quanto fare la pulizia dei denti dal dentista? Gli esperti raccomandano di sottoporsi all’ablazione del tartaro regolarmente, indicativamente almeno una volta all’anno. Ma il lasso di tempo tra una pulizia dentale e l’altra potrebbe anche essere più corto o più lungo: molto dipende da quanto è efficace la pulizia dentale casalinga, oltre che da caratteristiche individuali come l’eventuale predisposizione genetica alle malattie parodontali. Sicuramente il dentista, una volta eseguita la pulizia dentale e osservato lo stato di salute di denti e gengive, saprò dare maggiori indicazioni personalizzate su questo punto. Dove fare la pulizia dei denti a Milano Se ti stai chiedendo dove fare la pulizia dei denti a Milano, sappi che ci sono molte possibilità a disposizione. Una è White Smile Milano, che promette un ottimo risultato fin dal nome. Lo studio in via Redi 22 offre cure odontoiatriche all’avanguardia per qualunque tipo di problematica, ma soprattutto è specializzato in odontoiatria cosmetica. In questo centro è dunque possibile sottoporsi allo sbiancamento dentale e alle procedure di igiene orale. Durante la seduta di pulizia dentale in questo centro, al di là dell’ablazione del tartaro tramite ultrasuoni, si usano anche la polvere di glicina (che rimuove gli accumuli batterici dai colletti dei denti) e la polvere di bicarbonato (utile contro le macchie da fumo, tè e caffè). In via Bertacchi 2 altrimenti c’è Dental-Luc Ambulatorio Dentistico, dentista a Milano in zona Porta Ticinese-Navigli. Anche qui la procedura di pulizia dei denti professionale include, come da prassi, la rimozione del tartaro con ablatore ultrasonico, la pulizia manuale dei denti con strumenti specifici e la lucidatura. L’air-polishing è opzionale. Si tratta di un metodo di sbiancamento naturale a base di acqua e bicarbonato medicale: utile contro le macchie, può sicuramente essere “la ciliegina sulla torta” dopo una pulizia dentale. In caso di smalto particolarmente fragile è possibile invece applicare mascherine con gel al fluoro, sostanza che ha un effetto rinforzante e anti carie che dura circa sei mesi. In via Cesariano 6 a Milano c’è invece lo Studio Dentistico Riceputi. Anche qui, oltre allo sbiancamento dentale, la pulizia professionale dei denti è un trattamento immancabile. La seduta di igiene orale può essere personalizzata in base alle esigenze individuali: tra le prestazioni proposte ci sono infatti anche la sigillatura dei solchi dentali, il trattamento delle malattie gengivali con pulizia profonda e la terapia desensibilizzante, che è utile a tutti coloro che soffrono di ipersensibilità dentinale o sensibilità dentinale cervicale. Dentisti a Milano per la pulizia dei denti Shutterstock DentalPro ha diverse sedi a Milano, in varie zone della città: in tutte è possibile prenotare una pulizia dei denti professionale. Un’alternativa a Milano è altrimenti ADC Advanced Dental Center, in via Speronari 6. La pulizia dei denti qui si avvale di un’opzione extra particolarmente innovativa, che non è comune trovare negli studi dentistici: test salivari microbiologici che, a seconda delle rilevazioni batteriologiche effettuate nella bocca del paziente, permettono di individuare i migliori trattamenti da eseguire. In via Brioschi Francesco 22 a Milano c’è invece Dr. Natura, studio dentistico di Frongia Claudio. Anche qui tra i vari trattamenti offerti c’è la detartrasi, che rimuove meccanicamente i depositi di tartaro con uno strumento elettrico o a ultrasuoni. Un’altra opzione, in via San Pietro all’Orto 3 in zona San Babila, è lo Studio Odontoiatria e Ortodonzia Estetica Ciobanu. I trattamenti di igiene dentale qui prevedono la rimozione di placca batterica, tartaro e macchie dai denti, con eventualmente il ricorso anche a una profilassi laser biolase: questa tecnica indolore e di breve durata ha azione antibatterica e migliora la salute del cavo orale. In zona Porta Romana si trova invece lo Studio Dentistico Restuccia, il cui personale sottolinea di essere particolarmente specializzato nell’avere a che fare con persone che hanno paura del dentista, magari per via di alcune esperienze dolorose e sgradevoli avvenute in passato. Se la pulizia dei denti viene rimandata costantemente perché genera ansia e paura del dolore, allora, in questo studio non ci sono scuse! Quando costa la pulizia dei denti a Milano Il prezzo della pulizia dei denti professionale a Milano può variare in base allo studio dentistico scelto e a quanto sono all’avanguardia o accurate le prestazioni proposte. Indicativamente, una seduta di ablazione del tartaro in genere costa dai 50 ai 100 euro, ma potrebbe arrivare anche a 130-150. Cerca su PagineGialle i dentisti della tua zona e prenota subito la prossima pulizia dei denti professionale.
Forse non tutti sanno che il tiro a freccette è un vero e proprio sport, un po’ come il biliardo o il bowling, e risale a circa 150 anni fa. Uno dei passatempi preferiti che ancora si può trovare nei bar o pub, nell’immaginario comune l’obiettivo è quello di centrare il centro, ma in realtà non è esattamente così. Infatti, questo sport segue delle specifiche regole che però fra amici molto spesso ci dimentichiamo. Innanzitutto, sono importanti le misure standard del bersaglio per freccette: realizzati in legno e in fibra di Sisal, questi hanno una superficie divisa in tanti spicchi, separati da strisce di metallo, che delineano la quantità di punti destinati a ogni parte. Il bull quindi deve avere un diametro di 45cm, e dovrebbe essere appeso su una parete a una altezza di circa 173cm. Il giocatore, per ritenere il tiro valido, deve trovarsi a una distanza di 237cm. Inoltre, affinché le freccette non rovinino il bersaglio, il materiale che viene utilizzato a livelli professionistici è proprio il Sisal: questo perché risulta essere auto-riparante e quindi permette al tabellone dopo essere colpito dalle freccette, di risanarsi da solo immediatamente. Questo naturalmente non vuol dire però che il nostro bersaglio sia indistruttibile: il Sisal non è eterno e anche lui sente del degrado naturale dovuto al tempo. È bene quindi cambiarlo ogni decina d’anni più o meno. Caratteristiche da tener conto nel bersaglio per tiro a freccette Il materiale però non è l’unica caratteristica che si deve notare quando si sceglie di comprare un nuovo bersaglio per il tiro a freccette. Infatti, è necessario prestare attenzione anche alle freccette stesse. Questo perché ogni set di bersagli includono al loro interno sei freccette che a seconda della tipologia, hanno stili differenti. I dardi sono sempre costituiti da una punta di metallo realizzata in acciaio al nichel, resistente, in grado di non spezzarsi quando incontra la superficie del bersaglio. Se si ha esperienza o si vuole aumentare il livello di difficoltà, allora il consiglio è quello di optare per delle freccette più pesanti. Questo perché avendo un peso maggiore, acquistano una durata superiore: varia così tra i venti e i trenta grammi, sempre a seconda del materiale che viene impiegato. Come scegliere il bersaglio per freccette Bersaglio per freccette professionale o per principianti? Rispetto all’uso che ne vogliamo fare, esistono diversi tipi di bersagli. Se infatti il bersaglio classico può risultare scomodo per una questione di punteggio, in quanto non sempre è possibile contare i punti alla precisione, allora quello elettronico è sicuramente il più preciso. Infatti, calcola in automatico e immediatamente il punteggio accumulando, togliendovi il fastidio di segnarlo manualmente di volta in volta con carta e penna. Più dispendioso ma sicuramente più comodo, funziona a corrente o pile ed è adatto anche per una serata a casa con gli amici. Quelli professionali che si trovano nei locali agli altri livelli oltre ad essere caratterizzati dall’uso che ne viene fatto, hanno le punte delle freccette affilate così da permettere una piena aderenza alla superficie del bersaglio dove si vanno a conficcare. Infine, esistono poi le tavole per freccette magnetiche, studiate apposta per far divertire anche i più piccini. Queste infatti hanno delle freccette magnetiche che sono sicuramente più sicure rispetto a quelle normali, e si vanno a fissare sulla superficie metallica del bersaglio, magari da posizionare anche all’esterno dell’abitazione, coniugando così il gioco e lo stare all’aria aperta.
La ricetta del salame al cioccolato è molto semplice da fare e ti consentirà di creare un dolce buonissimo e molto gustoso. A base di cioccolato e biscotti, particolarmente amato dai bambini che ne vanno ghiotti, ma anche dagli adulti più golosi. Chiamato anche salame dolce o salame turco, lo puoi servire come dessert o merenda sfiziosa. Per realizzarlo puoi seguire la ricetta originale oppure variarla a seconda dei tuoi gusti. Salame di cioccolato ricetta originale Il salame al cioccolato è un classico della cucina casalinga che non richiede cottura, particolari doti da chef, né una attrezzatura da pasticcere. L’importante è scegliere i biscotti secchi, quelli burrosi renderebbero il dolce troppo pesante. Ingredienti per 10 persone: 300 gr di biscotti secchi, puoi scegliere gli Oro Saiwa che si prestano bene 200 gr di cioccolato fondente in tavoletta 2 uova 150 gr di burro ammorbidito 100 gr di zucchero zucchero a velo per l’esterno Per ottenere la giusta compattezza e il gusto perfetto, i biscotti devo essere fatti a pezzetti con le mani e mai frullati. Procedimento: Metti il cioccolato fondente a sciogliere a bagnomaria Monta il burro, già ammorbidito, e aggiungi lo zucchero fino a ottenere un’amalgama cremosa Aggiungi le uova, uno alla volta e mescola bene, puoi aiutarti con il frullino elettrico a velocità media Prendi il cioccolato fuso e uniscilo al composto, continuando a sbattere per incorporarlo bene con gli altri ingredienti Sbriciola i biscotti e aggiungili mescolando con una spatola Metti il composto su un foglio di carta da forno e cerca di dargli una forma a salsiccia, stringendo bene i lati per evitare che l’impasto possa fuoriuscire Avvolgi il salame nella carta alluminio e lascialo in frigo finché non si sarà indurito (normalmente 3 / 4 ore) Rotolalo nello zucchero a velo Il tuo salame al cioccolato è pronto per essere servito! Salame di cioccolato con cacao Puoi variare la ricetta del tuo salame al cioccolato con la versione al cacao. Per farlo utilizza il cacao amaro in polvere, scegliendolo sempre di ottima qualità. Aggiungi alla ricetta originale 50 gr di cacao e, volendo, anche un bicchierino di Rum al composto, amalgamando sempre bene il tutto. Tra le varianti puoi anche fare il tuo salame di cioccolato in versione vegan, senza burro e senza uova. Al loro posto incorpora al composto 50 gr di acqua e 30 gr di olio di semi. Salame del Re Una variante più cremosa di salame dolce è il salame del Re. Dolce nato tra l’Umbria e la Toscana, è chiamato così in quanto un tempo solo i nobili potevano permettersi il cioccolato. Ingredienti per la pasta biscotto: 4 uova 100 gr di zucchero semolato 100 gr di farina 00 1 cucchiaino di lievito per dolci Per le creme: 3 tuorli 60 gr zucchero semolato 500 ml latte intero 1 pizzico di vaniglia 2 cucchiai maizena 50 gr cioccolato al latte 50 gr cioccolato fondente Per la bagna: 50 gr Alchermes 10 gr acqua Per decorare: zucchero a velo Procedimento: Monta i tuorli con lo zucchero, unisci la maizena mentre scaldi il latte a cui hai aggiunto la vaniglia. Unisci e mescola fino a ottenere una crema densa. Versa la crema in due ciotole, una con 50 gr in meno, alla quale aggiungi il cioccolato tritato Accendi il forno a 200 gradi Per la pasta monta le uova con lo zucchero, unisci delicatamente farina e lievito. Versa in una teglia 30×40 con carta forno e inforna per 10/12 minuti Una volta cotto arrotola il pan di Spagna con un panno umido e fai raffreddare Mescola l’Alchermes con l’acqua Srotola la base e bagnala con l’Alchermes Spalmala con la crema pasticcera e poi con la crema al cioccolato Arrotola la base aiutandoti con la carta forno sulla quale l’avrai poggiata e tieni in frigo per 4-5 ore Prima di servire cospargilo con zucchero a velo Buon appetito!
Facile come bere un bicchiere d’acqua. Lo dice anche la saggezza popolare che bere dell’acqua è la cosa più semplice e naturale che possa capitare. Facile, facilissimo, tanto da diventare un modo di dire. Perché non c’è bevanda che sia più adatta dell’acqua per mantenere in salute il nostro organismo. Ma siamo sicuri che sia davvero così semplice scegliere l’acqua da bere? In realtà, l’acqua non è tutta uguale e le bottiglie in commercio che la contengono non sono tutte uguali. A distinguere i prodotti che riempiono interi bancali nei supermercati non è solo il prezzo o il colore dell’etichetta. Dentro quell’etichetta, che leggiamo così poco spesso, ci sono una serie di caratteristiche per permettono di distinguere tra diverse tipologie di acqua da bere. Informazioni che permettono un acquisto e un consumo consapevole, che tengano conto di quanto sta nella bottiglia che stiamo per comprare e anche delle esigenze di chi dovrà bere quell’acqua. Infatti le esigenze sono differenti per bambini, anziani o sportivi. Non solo una questione di bollicine Frizzante o naturale? È questa la domanda a cui siamo abituati e che ci ripete il cameriere ogni volta che andiamo al ristorante. L’acqua naturale è quella piatta, senza bollicine. Frizzante invece è l’acqua con l’aggiunta di anidride carbonica. Effervescente naturale, infine, è quella che contiene all’origine le bollicine per via della propria origine da una zona vulcanica. Di norma questo tipo di acqua è anche ricco di sali minerali. Ma all’interno di queste macro categorie ci sono grandi differenze che rendono ciascun tipo di acqua più o meno adatto per diverse categorie di persone. Una su tutte è la presenza di sali: tanti, pochi o pochissimi nell’acqua che beviamo? Il residuo fisso Un’acqua classificata come oligominerale, ad esempio, contiene una bassa quantità di minerali. Che cosa significa? Per capirlo guardiamo l’etichetta alla voce “residuo fisso”. Il numero indicato quantifica i sali che restano una volta fatto evaporare un litro d’acqua a 180 gradi. Perché questo fa la differenza? Più il numero è alto, più sono i minerali. Per i bambini è importante che il residuo fisso sia il più basso possibile. Un basso residuo fisso è da ricercare in particolare per l’alimentazione dei neonati e la ricostruzione del latte in polvere quando la mamma non può o non intende allattare al seno. Si considera oligominerale l’acqua con un livello di minerali sino a 500 milligrammi per litro. L’acqua degli sportivi E se invece la quantità di sali minerali è più alta? Un residuo fisso oltre i 1500 milligrammi per litro non entra di norma nella dieta. Gli sportivi che hanno bisogno di reintegrare i sali persi durante l’attività fisica possono scegliere un’acqua minerale con un residuo fisso leggermente superiore a 500 milligrammi per litro. Stessa scelta può essere fatta d’estate. Sodio sotto controllo Tra gli indici da considerare nella scelta della tipologia di acqua da bere vale la pena di ricordare, inoltre, il livello di sodio. Ad esso si lega la pressione del sangue. L’assunzione di sodio avviene in relazione all’intera dieta seguita da una persona e l’acqua rappresenta un solo tassello dell’intero quadro. In ogni caso soprattutto coloro che soffrono di ipertensione possono verificare con precisione la quantità di questo minerale contenuta nella bottiglia che stanno per acquistare in modo da tenerne conto e scegliere in modo consapevole. Inoltre son da preferire tipologie di acqua minerali con pochi nitrati. Il contenitore, oltre al contenuto L’analisi dell’acqua riportata sulle etichette delle bottiglie avviene anche per l’acqua che viene erogata dalle cosiddette casette dell’acqua, ovvero i distributori automatici che sempre più spesso vengono installati nei paesi per erogare quanto viene attinto dal sistema idrico. In questo caso ciascuno scegliere quale tipo di contenitore utilizzare. Diversamente, quando si acquista acqua da bere già confezionata in bottiglia, occorre riflettere anche sul contenitore. Perché? Ad esempio è possibile scegliere tra vetro e plastica. Meglio, in linea di massima, il vetro. Nel caso in cui si acquisti acqua in bottiglie di plastica è bene assicurarsi per quanto possibile che l’acqua sia stata trasportata senza essere esposta ad alte temperature. Difficile? Quasi impossibile. Si possono tuttavia verificare sull’etichetta due elementi: la località dove si trova la fonte da cui è stata attinta l’acqua e la data di scadenza. Il primo dato – la località – ci permette di capire quanta strada abbia fatto la bottiglia prima di raggiungere il negozio dove la stiamo acquistando. La scadenza invece consente di stimare quanto il viaggio sia stato lungo. Sempre in tema plastica, un’attenzione all’ambiente fa preferire le confezioni con meno materiale.