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Imparare a guidare la moto: da dove iniziare

Come imparare a guidare la moto, soprattutto se è la prima volta che si prova? Ecco da quali esercizi pratici si può cominciare e come prendere la patente A

21-12-2022

Autoscuole

L’idea di imparare a guidare la moto e prendere la patente A inizialmente può spaventare: capita soprattutto a quelle persone che non hanno mai provato a guidare questo mezzo a due ruote, magari nemmeno il motorino. Inoltre, sulla moto ci sono alcuni pregiudizi che potrebbe frenare ulteriormente le intenzioni: ad esempio, si ritiene comunemente che le due ruote siano una prerogativa degli uomini e dei giovani, ma in realtà nulla vieta di imparare a guidare la moto se si è donne o in là con gli anni.

Come si impara a guidare la moto

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Qualunque attività che non abbiamo mai svolto prima all’inizio appare complicata: niente di cui preoccuparsi! Esattamente come accade per la macchina, anche per imparare a guidare la moto la cosa più semplice e sensata è recarsi presso un’autoscuola. Qui si può ottenere il foglio rosa, che consente di circolare liberamente sulla strada, e si possono fare diverse prove pratiche con un istruttore.

In genere l’autoscuola, se l’aspirante neopatentato è sfornito di un mezzo proprio, provvede a noleggiare una moto da usare durante le lezioni pratiche. Si possono altrimenti valutare il noleggio privato a breve o a lungo termine oppure l’acquisto. La prima moto che si usa dovrebbe essere leggera, maneggevole e comoda, ma vale la pena girare diverse concessionarie e provare vari modelli, scegliendo alla fine quello con il quale ci si sente più a proprio agio. Alcuni aspetti importanti da considerare per capire se la moto è quella giusta sono la distanza tra sella e manubrio, il corretto bilanciamento quando si è in sella e la possibilità di mettere agevolmente i piedi a terra.

Guidare la moto per la prima volta: come fare

Cosa bisogna fare quando ci si trova a guidare una moto per la prima volta? Prima di tutto è bene non mettersi sulla strada, ma in un parcheggio ampio e vuoto. È importante avere tutto lo spazio necessario per le manovre, senza (per lo meno all’inizio) preoccuparsi di urtare pedoni o auto.

Quando la moto è ancora spenta, si sale in sella e si toglie il cavalletto laterale. Bisogna abituarsi al peso della moto, che dopo aver tolto il cavalletto si sentirà chiaramente: tenendo i piedi a terra, si sposta leggermente il peso del mezzo a destra e a sinistra, così da abituarsi alla sensazione. Non bisogna dimenticarsi di controllare la posizione degli specchietti.

Poi si gira la chiave di accensione e si mette la moto in folle tirando la frizione (ovvero la leva di sinistra) e azionando la leva del cambio (ovvero il pedale sinistro). La marcia in folle in tutte le moto si trova sempre tra la prima e la seconda marcia: è chiamata anche neutral; infatti, quando è inserita sul quadrante appare la spia N. Quando la moto è in folle è sempre meglio tenere premuto il freno (il pedale in basso a destra) oppure tirare il freno a mano (la leva a destra).

Schiacciando il tasto a destra del manubrio, si accende la moto. Si tira la leva della frizione, si preme il pedale di sinistra e si inserisce la prima. Poi si rilascia delicatamente la frizione e altrettanto delicatamente si agisce sulla manopola dell’acceleratore. Non bisogna avere fretta né si deve agire in modo aggressivo o veloce: servirà qualche tentativo per capire esattamente come “dosare” acceleratore e frizione ed è utile provare più di una volta.

Imparare a guidare la moto: come fare

Ci sono alcuni esercizi utili per imparare a guidare la moto e prendere confidenza con il mezzo: il segreto è ripeterli così tante volte da renderli degli automatismi. Ad esempio, si può provare a partire e a fermarsi usando solo il freno anteriore, poi solo il freno posteriore e poi entrambi.

Per prendere confidenza con il cambio, si può provare a partire e a cambiare marcia progressivamente, dalla prima alla seconda, dalla seconda alla terza, eccetera. Il passaggio deve avvenire fluidamente, senza sobbalzi. In vista di una frenata, si può invece provare a scalare le marce.

Quando ci si sente più a proprio agio con il mezzo, si può passare a esercizi più impegnativi: ad esempio, guidare (a velocità ridotta) a slalom oppure facendo delle curve. Non bisogna avere paura di dedicare alle prove pratiche fuori strada tutto il tempo necessario. Solo quando ci si sente pronti si può passare a una strada vera e propria: è preferibile partire da zone poco trafficate, anche per testare la propria reazione alla presenza di altre auto.

Che moto posso guidare con la patente B

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Per guidare le moto si hanno a disposizione tre tipi di patenti: A1 (età minima 16 anni), A2 (età minima 18 anni) e A, a volte detta A3 (età minima 24 anni o, se si è in possesso della patente A2 da almeno due anni, 20). La differenza tra le tre patenti risiede soprattutto nel tipo di veicolo che si può guidare, che ha ogni volta dei limiti di potenza e cilindrata.

Chi ha già la patente B, per avere la patente A dovrà superare solo l’esame pratico. Se la patente B è stata conseguita prima del gennaio 1986, però, in realtà il patentato può già condurre qualunque tipo di motoveicolo in Italia e nell’Unione Europea. Chi ha preso la patente B tra il gennaio 1986 e l’aprile 1988, può guidare qualunque tipo di motoveicolo in Italia, ma non nel resto d’Europa. Chi ha preso la patente B dopo il 25 aprile 1988, infine, può guidare solo motoveicoli fino a 125 cc di cilindrata, con una potenza fino a 11 kW o 15 cv: in tutti gli altri casi bisogna invece conseguire la patente A.

Cerca su PagineGialle un’autoscuola in cui imparare a guidare la moto e conseguire la patente A.

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