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Leishmaniosi del cane: come riconoscerla e curarla al meglio

La Leishmaniosi del cane è una malattia molto grave: ecco le precauzioni da adottare per evitarla

17-12-2018

Veterinari

Cani e gatti sono sempre più numerosi nelle nostre abitazioni, tanto da essere considerati ormai come veri membri della famiglia. In particolare gli italiani sono dei grandi appassionati dei cani, amici a quattro zampe con cui condividere il proprio tempo libero. Tuttavia anche loro sono soggetti a malanni e patologie, come l’artrosi e la temuta leishmaniosi del cane, una malattia infettiva estremamente pericolosa, dalla quale è difficile guarire.

Un animale affetto dalla leishmaniosi può comunque vivere a lungo, ma è necessario effettuare una diagnosi precoce e rivolgersi immediatamente a un veterinario esperto.

Leishmaniosi: caratteristiche e origine

La leishmaniosi è una patologia contagiosa e altamente infettiva, trasmessa ai cani dalle punture dei pappataci. Si tratta di insetti parassiti molto piccoli, attivi soprattutto nella stagione estiva, da maggio a fine ottobre e presenti in tutte le regioni d’Italia. I pappataci, conosciuti anche come flebotomi, sono simili a delle minuscole zanzare e sono responsabili della trasmissione di numerose malattie, tra cui appunto la Leishmania Infantum o leishmaniosi.

Se fino a qualche anno fa questa patologia era pressoché quasi sconosciuta, negli ultimi 10 anni abbiamo assistito a un aumento significativo del numero dei contagi, diventando un annoso problema in tutto il territorio nazionale, nonostante esistano delle aree considerate maggiormente a rischio. La leishmaniosi è una malattia cronica piuttosto grave, che in alcuni casi può contagiare anche gli uomini, passando dal cane alle persone. Cibandosi di sangue, il pappatacio può ingerire liquido infetto, che nell’arco di massimo 15 giorni diventa contagioso, trasmettendo la malattia agli altri animali che ricevono inconsapevolmente le sue punture.

La leishmaniosi prevede tre tipologie in base alla sua gravità:

  • la Leishmania donovani che è presente in Italia e porta fino alla morte dell’animale,
  • la Leishmania tropica,
  • la Leishmania braziliensis che causa lesioni cutanee più o meno gravi.

Sintomi della leishmaniosi

La leishmaniosi canina più comune nel nostro Paese è la Leishmania donovani, una patologia che può avere un periodo d’incubazione di 7 anni, perciò è possibile che si manifesti anche dopo diversi anni dalla puntura infettiva.

I principali sintomi della leishmaniosi del cane sono lesioni cutanee, infiammazioni, irritazioni di alcune zone sensibili, come gomiti, zampe e orecchie, e perdite di pelo; può colpire anche i cani piccolissimi. Un cane affetto da leishmaniosi sarà sicuramente poco attivo, cercherà le cure del proprio padrone e perderà spesso l’appetito.

Altri sintomi possono essere la perdita di sangue dagli orifizi, la formazione di noduli in alcune parti del corpo, la comparsa di febbre, vomito e un generale stato di sonnolenza. La patologia può assumere una forma prevalentemente cutanea, quindi sfogare su parti del corpo come le unghie, i peli e la pelle oppure più viscerale, interessando fin da subito gli organi interni. Questa è senza dubbio la più pericolosa, poiché è difficile da diagnosticare e molto più aggressiva e letale.

Come si cura la leishmaniosi: diagnosi e rimedi

È importante effettuare un test di controllo soprattutto dopo l’estate, il periodo più rischioso per il contagio, per prendere la malattia sul nascere ed evitare ulteriori complicazioni.

Esistono vari tipi di esame, tra cui SNAP Leishmania, Elisa e PCR. Sono dei semplici prelievi di sangue, che permettono di stabilire l’avvenuta infezione dell’animale, una diagnosi che richiede appena pochi minuti per la valutazione del campione. Anche se diagnosticata rapidamente dalla leishmaniosi del cane non si può guarire, infatti nella maggior parte dei casi rimane una malattia cronica, ma controllata, però bisogna agire in fretta.

Il trattamento prevede il blocco del contagio della malattia, attraverso l’utilizzo di sostanze antibiotiche somministrate per via venosa o cutanea, come ad esempio l’Antimoniato di Metilglucamina, l’Allopurinolo e la Miltefosina. Ovviamente la cura della leishmaniosi del cane non è definitiva, quindi bisogna utilizzare diversi medicinali per tutto il resto della vita dell’animale.

Quanto vive un cane malato di leishmaniosi? Se presa nelle fasi iniziali, qualora non fosse una forma particolarmente aggressiva, il cane può vivere molti anni di vita in buone condizioni fisiche. Al contrario se diagnosticata dopo mesi o anni, oppure se la leishmaniosi colpisse gravemente gli organi vitali, potrebbero restargli poche settimane o mesi di vita.

Vaccinazione contro la leishmaniosi del cane: come funziona

Purtroppo ancora oggi non esistono vaccinazioni definitive contro la leishmaniosi dei cani, ma tuttavia sono disponibili trattamenti che riducono il rischio di contagio.

Alcuni vaccini, come CaniLeish commercializzato in Italia dal 2012, sono in grado di diminuire l’infezione da leishmaniosi, ma non di proteggere completamente i cani. Si tratta quindi di un vaccino preventivo, somministrabile dai 6 mesi di vita in poi, che secondo alcuni gli studi scientifici riduce le possibilità di contrarre la malattia. Bisogna dire che la maggior parte dei veterinari raccomanda la vaccinazione, specialmente per gli animali che vivono in zone considerate a rischio.

CaniLeish presenta però alcune criticità. Ad esempio il siero con contiene delle vere dosi di leishmaniosi, quindi il livello di protezione non è integrale, ma intorno al 70%. Inoltre gli effetti collaterali possono essere anche abbastanza forti, come febbre, gonfiori e vomito, ma non superiori rispetto ai vaccini utilizzati per altre patologie.

Consigli per la prevenzione della leishmaniosi

Tra le malattie del cane la leishmaniosi è una delle più temute e aggressive, una malattia cronica che porta alla morte, qualora non trattata immediatamente con cure antibiotiche. La diagnosi non sempre è facile, poiché i sintomi della leishmaniosi del cane spesso sono difficili da interpretare. Per questo motivo è fondamentale vaccinare il proprio cane, se consigliato dal veterinario, oltre ad adottare alcuni comportamenti preventivi.

Per ridurre il rischio di contagio bisogna far dormire il cane dentro casa, soprattutto di notte, quando la possibilità di incappare nelle punture del pappatacio sono maggiori, anche se si tratta di razze di cani di taglia grande che solitamente vengono tenuti in giardino.

Vanno effettuate anche disinfestazioni regolari contro gli insetti, specialmente durante i mesi estivi da giugno fino a settembre. Inoltre è consigliabile non lasciare depositi di acqua in giardino o in terrazzo, utilizzare repellenti naturali e sottoporre il proprio cane a controlli e test clinici regolari.

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