Non importa se si vive a Torino in pianta stabile o se si è di passaggio solo per poche ore o alcuni giorni, magari alloggiando in uno dei quartieri migliori della città. Una cosa è certa: non si può rinunciare ad assaggiare per la prima o la centesima volta uno dei tanti piatti tipici della cucina piemontese. Ce n’è per tutti i gusti: dal vitello tonnato al bollito, dal fritto misto alla piemontese al bonet, dalla bagna cauda agli agnolotti, ovvero la pasta ripiena tradizionale della regione. Il posto migliore per gustare queste prelibatezze è senza dubbio uno dei tanti ristoranti tipici di Torino specializzati in cucina tradizionale piemontese. Ristoranti tipici a Torino: gli indirizzi utili Shutterstock Chi cerca dei cibi tipici piemontesi a Torino può andare in via Santa Chiara 13 a La Taverna dei Mercanti, una taverna rustica dall’atmosfera genuina e accogliente (adatta sia a cene romantiche sia a pasti più conviviali e informali) che propone, appunto, tanti piatti tradizionali. Lo stesso accade da Tre Galline in via Francesco Bellezia 37. In questo ristorante raffinato, che si vanta di essere il più antico di Torino, sul menu non mancano mai gli agnolotti, il carrello dei bolliti, il vitello tonnato e la bagna cauda o caoda, una specialità piemontese che consiste in una salsa calda a base di aglio e acciughe nella quale si intingono verdure crude e cotte, tra cui peperoni, topinambur, cipolla e cardi. Per gustare la cucina piemontese tradizionale a Torino si può altrimenti andare da Casa Martin, in centro città, in via Sant’Agostino 23/M. Situata in un quartiere piacevole e vivace, che si anima specialmente di sera, questa trattoria piemontese propone una interessante selezione di piatti tipici, tutti interamente rivisitati dagli chef del ristorante. Tra le varie specialità, qui si possono mangiare il battuto di fassona, il vitello tonnato e la famosa giardiniera di verdure, il tutto (e non solo) preparato con ingredienti locali e di qualità. Da Casa Martin, inoltre, c’è una fornita cantina dei vini piemontesi, con oltre 70 varietà differenti. Una caratteristica, questa, che accomuna in realtà tutti i ristoranti tipici piemontesi di Torino. La regione ai piedi delle Alpi in effetti non è celebre solo per il buon cibo, ma anche per la tradizione vitivinicola! Dove mangiare tipico a Torino Un’atmosfera sobria e accogliente in un locale dall’aria vintage: ecco cosa si trova entrando nell’Osteria Al Tagliere, a Torino in via Corte d’Appello 6. Anche qui la cucina tradizionale piemontese è la protagonista assoluta. Nata nel 2008, l’Osteria vuole ricordare gli ambienti caserecci delle baite di montagna. La famiglia che la gestisce è infatti originaria di Ostana, piccolo comune dell’alta valle Po ai piedi del Monviso. La cucina piemontese del menù, dunque, ha un tocco deliziosamente montano. Per avere la certezza di mangiare cibo tipico piemontese, altrimenti, si può andare in una piola, termine regionale che significa proprio “osteria”. A Torino ce ne sono diverse ma una delle più note è probabilmente Piola da Cianci, in largo IV Marzo 9/B. Aperta da oltre dieci anni in pieno centro storico, questa piola è un locale informale e molto frequentato, tanto che è comune vedere fuori dalla sua porta una lunga fila di persone in attesa di un tavolo. Un altro ristorante tradizionale, oltre che uno dei migliori ristoranti di carne di Torino, è invece l’Antica Bruschetteria Pautasso, in piazza Emanuele Filiberto 4. Sul menu ci sono l’immancabile Fassona e la famosa salsiccia di Bra. Da Ristorante Consorzio invece, a Torino in via Monte di Pietà 23, la cucina tradizionale piemontese è proposta con un taglio creativo e con la contaminazione di sapori tipici di altre regioni. Così sul menu si trovano piatti a base di eccellenze locali, come la carne di razza piemontese, i porri di Cervere, e i cardi gobbi di Nizza Monferrato, accompagnati però da ingredienti extraregionali come capperi di Pantelleria e olio d’oliva laziale. Vini e formaggi sono tra punti di forza del ristorante. I cibi tipici nei ristoranti di Torino CatwalkPhotos / Shutterstock.com Per trovare cibi tipici a Torino, in alternativa, si può mangiare da Aldente, in via delle Orfane 19/G. Le tovaglie a quadri e le pentole di rame appese alle pareti fanno subito pensare a un’osteria semplice e genuina. Questa trattoria propone i grandi classici della cucina piemontese preparati con materie prime di qualità e di stagione, senza dimenticare i vini locali. Per chi non sa cosa scegliere, c’è anche un Menù degustazione piemontese a prezzo fisso. È composto da antipasto misto piemontese, agnolotti del plin ripieni di fonduta con burro aromatizzato alle erbe, cappello del prete di bovino brasato alla Barbera d’Alba con patate al forno e bonet, dolce tipico piemontese. In alternativa, in via Drovetti 6 a Torino c’è la Trattoria l’Oca Fòla. Aperto dal 1998 nel quartiere Cit Turin, questo ristorante propone una cucina tradizionale che prende ispirazione da Langhe e Monferrato. Sul menu si possono trovare, ad esempio, girello di vitello piemontese con salsa tonnata; paté di faraona con crema ai frutti di bosco e crostini al burro; risotto ai carciofi con cialda friabile di miele, nocciole e zenzero guarnito da carciofi croccanti; tagliolini al ragù di stinco di maiale e filangè di porri croccanti; coscia d’anatra al forno su crema di patate e castagne con salsa al Marsala; oppure trippa di vitello bianca con carciofi e scaglie di toma di capra. Cerca su PagineGialle tutti gli altri ristoranti di Torino in cui gustare la cucina tipica piemontese.
Hai finalmente deciso di adottare uno stile di vita più green e acquistare una bici? Prima di comprarla è fondamentale capire come scegliere la misura della bici. Utilizzare una bicicletta della misura sbagliata infatti può causare diversi disagi e anche infortuni. Una bici delle dimensioni scorrette può portare a lesioni alle ginocchia a causa dei movimenti ripetitivi che sforzano le articolazioni. Inoltre l’utilizzo di questo mezzo delle dimensioni sbagliate rende la pedalata molto più lenta e faticosa. Capire come scegliere la misura della bicicletta non è semplice: bisogna combinare le misure di telaio e vari componenti del mezzo insieme alle misure del proprio corpo, quindi scegliere la misura anche in base all’altezza. Questo lavoro è però fondamentale se si vuole ottenere una pedalata che richieda il minor sforzo e prevenire eventuali infortuni o lesioni. Uno dei fattori che può cambiare notevolmente la scelta della misura della bici è anche la tipologia di mezzo scelto, ad esempio se si tratta di una bici da strada, da montagna, una cruiser o una bici da bambino. In questi diversi casi infatti le proporzioni posso cambiare. Come scegliere la misura della bici: il telaio Come scegliere la misura della bici? Iniziando dal telaio. Questo componente comprende la struttura principale della bicicletta, solitamente composta da materiali metallici. Come anticipato, la misura e la tipologia di questo elemento possono cambiare notevolmente a seconda della tipologia di bici, mentre non influisce se sia nuova o una bici usata. Nelle bici da strada il telaio è a forma di triangolo isoscele ed è più piccolo, mentre nelle Mountain bike o nella bici da cross il baricentro è basso e garantisce un maggiore equilibrio, indispensabile sui sentieri di montagna. In commercio ci sono le bici definite “cruiser”, che hanno telai a forma di “s” e sono modelli inadatti per lunghe distanze, con il manubrio più alto del sellino e i pedali avanzati. Quando si valuta come scegliere la misura della bicicletta il primo aspetto da approfondire è quindi quello dell’utilizzo che verrà fatto del mezzo. Un altro elemento fondamentale è la quantità di tempo trascorsa sulla bici: se sarà molto elevata il modello deve essere confortevole e aiutare a mantenere una postura corretta anche per molto tempo. Abbinare la misura del proprio corpo a quella della bici Per capire come scegliere la misura della bici bisogna misurare diverse parti del proprio corpo. La prima misura da prendere è quella del cavallo, inteso come la distanza che separa il piede dal lato interno, fino all’inguine. In questo modo è possibile conoscere la distanza dal sellino al piede. La misura ottenuta è fondamentale per calcolare la lunghezza del piantone della bici. Nel caso delle bici da corsa ad esempio è necessario moltiplicare il valore ottenuto per 0,67: il risultato ottenuto sarà la misura del piantone. Per le Mountain bike il valore ottenuto va poi trasformato in pollici a cui sottrarre 4 o 5 per ottenere la misura del tubo orizzontale. Come scegliere la taglia della bici per bambini? Qui il discorso cambia: dipende dall’altezza. Se un bambino è alto tra i 71 e i 96 centimetri bisognerà acquistare una bici con ruota da 12 pollici, per un bambino tra i 96 e i 122 centimetri una da 16 pollici e per bambini tra i 122 e i 152 centimetri invece una bici con ruota da 20 pollici.
Stai valutando i ristoranti coreani a Milano ma non sai scegliere? La cucina coreana è molto particolare e richiede preparazioni esperte per rimanere autentica e fedele a quella reale. Per fortuna in città ci sono diversi ristoranti coreani molto validi dove ti innamorerai dei piatti. Ecco i più conosciuti. Cosa si mangia al ristorante coreano Se ti piacciono i sapori ricchi e quando vai a mangiare fuori vuoi contare su ingredienti sani ed equilibrati, allora amerai la cucina coreana. Diversamente da ciò che si immagina, si tratta di una cucina lontana da quella giapponese – molto diffusa in Italia – o da quella cinese. Ma nello specifico com’è la cucina coreana? Si tratta di preparazioni che hanno origine più di 2000 anni fa ma che gli chef di oggi hanno saputo ben interpretare sulla base dei gusti della popolazione odierna, puntando l’occhio anche ad un consumatore occidentale e alle sue abitudini a tavola. Questo però non vuol dire che ci si può aspettare piatti tipici coreani che ricordino la cucina mediterranea, anzi: la vera cucina coreana è quella che sa ancora sorprendere per accostamenti e sapori inaspettati. Alla base di un piatto coreano c’è la teoria dei 5 colori: ad ogni colore si abbina un elemento (terra, aria, fuoco, acqua, metallo) e di riflesso una specifica funzione nel corpo. Non si tratta di pratiche ancestrali o puramente filosofiche perché la varietà dei colori/sapori rispecchia, di fatto, quella che dovrebbe sempre esserci a tavola, ovvero piatti che garantiscano una dieta equilibrata e nutritiva. Solitamente i pasti coreani sono costituiti da 3 piatti principali: riso al vapore (bap), zuppa (guk) e contorni di vario tipo (banchan) che vengono serviti allo stesso momento. Non c’è il concetto tutto italiano di primo, secondo e contorno serviti uno dietro l’altro, ma l’idea di un pasto completo a base, di solito, proprio di riso. Le pietanze vengono comunemente condite con il peperoncino piccante, l’olio di sesamo, la salsa di soia, la pasta di soia e quella di peperoncino. La cucina coreana a Milano: la top 5 Nei ristoranti coreani i piatti realizzati sono tra i più salutari del mondo gastronomico. Del resto, nel menù si trovano sempre vegetali, carni e pesce cotti in modo semplice, senza grassi e usando cibi fermentati. Ma vediamo i ristoranti dove la cucina coreana a Milano esprime il meglio di sé in questa top 5. Ginmi Milano E’ un’osteria a conduzione familiare che è una pietra miliare a Milano e in Italia. Questo ristorante propone tutti i classici della cucina coreana dove il riso integrale cotto al vapore si accompagna al bulgogi della casa (sottili fette di carne di manzo marinate e grigliate, il piatto coreano più famoso), i noodles freddi piccanti si chiamano bibim neng mion e si può terminare con l’hotteok, il tipico dolce coreano alla piastra ripieno di miele e frutta secca. Gam Bistrot Coreano Alle porte di Chinatown si trova un angolo di Corea, dall’atmosfera moderna, con arredi scuri e vetrate luminose, dal sapore urban chic. In questo locale il piatto forte sono i kimbap, una sorta di roll realizzati con la croccante alga nori ripiena di riso di volta in volta farcita con bulgogi (manzo marinato), maiale piccante, tofu fritto, insieme a carote, cetrioli, kimchi etc. Hana In centro a Milano, a due passi da Duomo, si trova questo ristorante coreano dagli arredi essenziali, ma con un menù ricchissimo. Oltre ai noodles, disponibili anche in brodo freddo, uno dei cavalli di battaglia di questo locale sono i tok bokki, gnocchi di riso coreani proposti in 3 varianti. Ideale per una cena romantica o un pranzo di lavoro speciale ed esclusivo. Seoul A due passi da Porta Genova e dalla Darsena si trova questo ristorante coreano che utilizza ingredienti italiani preparati secondo le ricette della Corea. Via libera ai sapori piccanti, il pollo fritto è uno dei piatti più ordinati e degno di nota è il makgeolli, una sorta di vino di riso frizzante. Okja In viale Gorizia si trova questo ristorante coreano meta ideale per instagrammers. Il locale è un tripudio di rosa (basta dare una sbirciata al suo profilo Instagram), con un menù che comprende gnocchi di riso in salsa piccante, mandu, bibimbap.
La carne di cinghiale è molto prelibata, sebbene non tutti la amino allo stesso modo. C’è, infatti, chi ha una vera passione per la selvaggina e chi, invece, preferisce gusti meno decisi. Per cucinare il cinghiale, infatti, bisogna conoscere qualche trucco che permetta di mantenere tutto il sapore dell’animale riducendo l’eccessivo gusto selvatico. La carne di cinghiale è ricca di proteine mentre è meno grassa di quella di altri animali, come il maiale, di conseguenza, oltre al piacere del palato, ne trae giovamento anche la salute. Cinghiale: come cucinarlo al meglio Per ottenere i migliori risultati, è opportuno cucinare il cinghiale avendo cura di conservarne la morbidezza e esaltandone il sapore, che non deve avere un gusto troppo forte. La carne di cinghiale, poi, è piuttosto fibrosa e rischia di diventare troppo secca o asciutta. I tipi di cottura che si adattano meglio a questa carne sono gli stufati, la cottura al forno e alla griglia, ma sono molto prelibati anche i sughi da aggiungere ai primi. I consigli per cucinare il cinghiale La carne di cinghiale non è difficile da cucinare, tuttavia conviene conoscere alcuni segreti che permettono di rendere al meglio la cottura. Se si è acquistato un taglio di cinghiale appena dopo la cacciagione, prima di cucinarlo va fatto frollare. La frollatura andrebbe fatta portando la carne a una temperatura compresa tra gli 0°C e i 4°C con una umidità compresa tra l’85% e il 90%. Per eseguire correttamente questo procedimento sarebbe necessario un abbattitore di temperatura o celle frigorifere. Poiché sono attrezzature che normalmente non si usano in ambito domestico, si può tagliare a pezzi la carne e porla in congelatore per almeno una settimana. A seconda dell’età del cinghiale, si può procedere alla marinatura per eliminare il gusto di selvatico. Se il cinghiale è molto giovane, in genere la marinatura non è necessaria, mentre è consigliabile se l’animale ha attorno all’anno di età. In questo caso può essere sufficiente una marinatura leggera fredda che, invece, deve essere più intensa e cotta se il cinghiale è adulto. La marinatura del cinghiale viene fatta per rendere meno forte il sapore della carne e ridurre il gusto di selvatico. Ciò implica che la carne, fatta a tocchetti, venga messa nel vino assieme a gusti come la cipolla, l’alloro, i chiodi di garofano, la carota e il sedano. I tagli più morbidi sono quelli della coscia, che si possono cucinare come spezzatino o al forno. Le costolette e la spalla sono adatti alla cottura alla griglia. Infine, in alcuni piatti tipici regionali si usano anche il collo, il fegato, i reni e le frattaglie. La preparazione del cinghiale congelato richiede i giusti tempi di scongelamento. La carne, infatti non andrebbe mai tenuta a temperatura ambiente, ma va spostata in frigorifero perché lentamente salga di temperatura. Si tratta di una operazione che contribuisce anche a ottenere una carne molto morbida e delicata. Le ricette di cinghiale al forno sono numerose ma nella maggior parte dei casi molto semplici. Dopo aver fatto la marinatura, il cinghiale può essere posto a cuocere in una teglia poco burro di condimento e con i gusti preferiti: per esempio, carota, cipolla, chiodi di garofano, timo. Occorrerà ogni tanto bagnarlo con la bagna della marinatura che si sarà tenuta da parte. La cottura in forno è l’ideale perché mantiene la carne morbida e non richiede eccessivo condimento.