Quando si acquista una macchina sono tante le scelte da fare: il modello, la marca, il numero di posti a disposizione, gli accessori da inserire, se optare per una con un impianto elettrico, ibrido, motore diesel o benzina. Per prendere quest’ultima decisione è necessario conoscere bene tutte le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi delle due opzioni, guardando al futuro e alle proprie esigenze. Se si compra un’auto nuova le opzioni tra cui scegliere sono più vaste, ma quando si opta per un’automobile usata il campo si restringe. Sono ancora molto diffuse quelle a diesel o benzina e queste sono le principali opzioni tra cui scegliere. Sono molto diverse tra di loro ed entrambe hanno dei pro e dei contro: scopriamo quali. Motore diesel o benzina: le differenze Non ci sono grandi differenze tra i motori a benzina o diesel (anche detto gasolio), poiché funzionano più o meno allo stesso modo. L’unica differenza sta nell’accensione. Nel primo caso, il pistone risale nel cilindro comprimendo la miscela che viene accesa dalla candela. Nel secondo caso non esistono candele, ma l’azionamento viene prodotto dalla forza di compressione e dal calore. Auto a benzina: i vantaggi e gli svantaggi Shutterstock Uno dei principali vantaggi del motore a benzina è che la miscela ha un costo inferiore rispetto al gasolio. Non è sempre stato così, ma di recente il prezzo al litro del primo è più basso rispetto al diesel e ciò produce un vantaggio nel breve termine. È un trend che potrebbe cambiare in qualsiasi momento, perché condizionato dagli eventi politici economici internazionali e dalla disponibilità delle miscele a livello mondiale. Significativamente minori anche i costi di manutenzione dell’automobile a benzina. Il comfort di guida è migliore, poiché non è necessario scaldare il veicolo per accenderlo. In questo scenario, l’auto a benzina rappresenta un’ottima scelta per tutte quelle famiglie che la utilizzano per i tragitti brevi in città e per regolari spostamenti. Le auto a benzina sono considerate meno inquinanti, poiché producono meno emissioni di particolato. Quest’ultimo, detto anche particellato, incrementa l’inquinamento atmosferico locale, avendo effetti negativi sulla salute delle persone. Può, ad esempio, causare problemi respiratori. I veicoli a benzina sono più fluidi e meno rumorosi di quelli a diesel, nonostante i progressi tecnologici dei motori a gasolio. Pertanto, riducono l’inquinamento acustico delle aree urbane e all’interno della stessa auto, dove vengono meno percepite le vibrazioni. Aumenta la sensazione di velocità. Sul lungo termine, a livello di prezzi le auto a benzina potrebbero essere sconvenienti, poiché sono meno efficienti in termini di consumo di carburante. Il prezzo al litro è inferiore rispetto al diesel, ma se ne potrebbe utilizzare di più, soprattutto nei viaggi lunghi e a velocità elevate. Se l’inquinamento urbano è inferiore, i veicoli a benzina emettono maggiore anidride carbonica. Si tratta di uno dei gas serra responsabili del cambiamento climatico. Auto a diesel: i vantaggi e gli svantaggi Se le auto a benzina sono ideali per gli spostamenti brevi in città, per chi viaggia spesso e su lunghi tragitti è preferibile un veicolo diesel. Questi motori sono più potenti e hanno ottime prestazioni pur con un ridotto consumo di carburante e con meno lavoro. Sono adatte al traino. Le auto con un motore diesel hanno minori emissioni di CO2 e per questo motivo in molte parti del mondo sono soggette ad una tassazione minore. Hanno un minor impatto sull’atmosfera e vengono scelte da chi ha cuore le questioni ambientali e che riguardano il cambiamento climatico. Per ciò che concerne gli svantaggi, rispetto alle equivalenti a benzina, le auto a gasolio sono più costose, poiché hanno una tecnologia più complessa. Producono un maggiore inquinamento locale, peggiorano la qualità dell’aria circostante e possono provocare difficoltà respiratorie e problemi di salute ai cittadini se utilizzate principalmente nelle aree urbane. Nei viaggi brevi sono poco efficienti e potrebbero avere dei problemi al motore. Diesel o benzina, cosa scegliere? La decisione migliore in base al proprio stile di vita Shutterstock Non c’è una risposta univoca, ma tutto dipende dalle proprie esigenze, dal proprio stile di vita e dal numero di chilometri percorsi quotidianamente. Coloro che fanno viaggi brevi, perlopiù in città, e che si spostano su lunghi tragitti poche volte l’anno si troveranno meglio con un’auto a benzina. Le auto a benzina garantiscono ottime ripartenze ai semafori e un maggiore comfort. Lo stile di guida è più sportivo e dinamico. Al contrario, chi fa molti viaggi lunghi in autostrada per motivi di lavoro, potrebbe preferire un diesel. È la soluzione migliore per lavorare e per i mezzi pesanti, come camion, autobus, ruspe e addirittura alcuni treni. Se si è ancora indecisi, si può far aiutare nella scelta da esperti, recandosi nelle concessionarie in cui vendono auto nuove e usate. Su PagineGialle puoi trovare quelle più vicine a te.
Quando nasce un bambino, mamma e papà passano intere ore a sfogliare cataloghi online e a girovagare per negozi. L’obiettivo? Individuare cosa acquistare per il (futuro) nuovo nato. Un vero e proprio dilemma, soprattutto quando si diventa genitori per la prima volta: cullette e lettini, passeggini e carrozzine, vestitini e giocattoli per i più piccoli riempiono gli occhi e scalano la classifica dei desideri. Una classifica che, nelle prime posizioni, vede la palestrina per il neonato. Perché è il gioco per eccellenza, la palestrina dei bimbi. Il mercato è affollato di modelli d’ogni foggia e d’ogni colore, da quelli con tutti gli animali della foresta a quelli super minimal che tanto piacciono alle mamme chic. Ma cos’è, il tappeto gioco? A cosa serve e, soprattutto, a quanti mesi si può cominciare a proporlo al proprio bambino? Molto più che un gioco Chiamarla gioco sarebbe riduttivo: la palestrina per il neonato è un utile strumento per sviluppare i sensi e la coordinazione motoria del piccolo. In genere, si compone di un morbido tappeto sormontato da un arco (o da due incrociati) da cui scendono numerosi “giochini”, ciascuno con una sua funzionalità: specchietti (ovviamente infrangibili), animaletti da mordicchiare, giocattoli sonori e altri da manipolare. Perché a questo serve, il tappeto gioco: a stimolare il bimbo. Aiuta la sua manipolazione, allevia il dolore alle gengive, lo stimola ad afferrare i giochi, a stringerli tra le manine, a girarsi quando sente suoni e vede luci. Sono diverse le modalità in cui la palestrina per i bimbi può essere utilizzata. Quelle più “evolute” sono studiate per accogliere le diverse posizioni del neonato: a pancia in su, a pancia in giù, a gattoni, seduto. In posizione supina, aiutano il bambino a sviluppare il senso del tatto e a migliorare la coordinazione di braccia e gambe, “sfidandolo” ad afferrare i giochi appesi agli archi; in posizione prona, coccolano il bimbo con la loro morbidezza e lo conquistano coi disegni e i colori che al tappeto danno vita. Quale palestrina per il bambino scegliere? Le possibilità sono tante: tutte le principali marche di giocattoli hanno i loro modelli, e persino alcuni colossi dell’arredo le propongono. Ci sono le versioni con luci e suoni, quelle “silenziose”, ci sono le palestrine a tema (che riproducono il mare, la giungla, lo spazio ecc.): se ne possono trovare di tutti i tipi e di tutti i prezzi. In genere si parte dai 50 – 80 euro dei modelli più semplici, a salire. Il consiglio? Acquistare un tappeto gioco lavabile, in ogni sua parte, e sufficientemente spesso affinché il piccolo non sia scomodo per il contatto col pavimento (occhio anche ai troppi effetti speciali, che potrebbero infastidirlo). A quanti mesi si usa la palestrina per il neonato? Mamma e papà si chiederanno dunque a quanti mesi si usa la palestrina per il neonato. Sicuramente, non prima dei due mesi: prima, la struttura ossea del bambino non è ancora ben sviluppata e gli oggetti difficilmente li distinguerebbe. A partire dai due mesi e mezzo / tre, si può iniziare a fare usare il tappeto gioco al bimbi per una decina di minuti al giorno, a pancia in giù e sotto la supervisione di un adulto: questa posizione rinforza la sua colonna vertebrale, lo sprona a gattonare e lo stimola in quanto vorrà guardare i giocattoli appesi agli archi, alzando la testolina. Quando il bimbo ha intorno ai cinque mesi, ecco che userà la palestrina a pancia in su e interagirà molto di più coi diversi oggetti. Attenzione, però: a questa età, i piccoli imparano a rotolarsi e a girarsi con la pancia in su e in giù, quindi è meglio spostare la palestrina su un ampio tappeto morbido. Di norma, si usa la palestrina per il neonato sino ai 6 mesi. Poi si possono togliere gli archi e trasformarla in un tappetino, oppure aspettare che il bambino cresca e impari ad alzarsi in piedi, per fargli utilizzare gli archi da una prospettiva diversa.
L’inverno porta con sé il freddo, la neve e il Natale … Questo ti fa venir voglia di organizzare un viaggio in Lapponia? Scopri ora tutte le informazioni su costi, quando andare e come organizzarsi. Una delle mete più sognate al mondo: la Lapponia Il viaggio in Lapponia è il sogno di moltissime persone sin da piccoli. Il luogo di origine di Babbo Natale attira infatti viaggiatori e turisti da tutto il mondo, in particolare nei periodi di festività invernali. La Lapponia, o Sápmi in lingua sami, è un’area della Finlandia settentrionale e questa regione è conosciuta in tutto il mondo come residenza di Babbo Natale, in particolare per il villaggio di Rovaniemi. Questo territorio occupa circa il 30% del terreno finlandese e confina con Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. Tra le attrazioni che portano milioni di viaggiatori a raggiungere queste località ci sono il Villaggio di Babbo Natale, le numerose Aurore Boreali e i soli di mezzanotte. Come arrivare in Lapponia Per organizzare un viaggio in Lapponia è fondamentale pensare al trasporto. Questa regione può sembrare non facile da raggiungere, ma le alternative sono numerose e in grado di adattarsi alle diverse necessità dei viaggiatori. Dall’Italia i voli aerei diretti a città come Rovaniemi, Ivalo, Kemi o Kittilä partono solitamente da Roma o da Milano. Nonostante il clima rigido, la Lapponia è ben organizzata con i mezzi pubblici, in quanto offre una vasta rete di collegamenti e trasporti, anche con scali aerei in tutto il territorio. La Finlandia vanta infatti 27 aeroporti, molto utili quando si organizza un viaggio in Lapponia. Viaggio in Lapponia: quando andare Il periodo ideale per organizzare un viaggio in Lapponia può cambiare notevolmente a seconda delle esperienze che si desidera vivere. La Finlandia ha un clima molto rigido che a gennaio può raggiungere fino a -30 gradi Celsius, quindi è fondamentale partire attrezzati e consapevoli delle condizioni meteorologiche della regione. Dicembre e gennaio sono i mesi più ricchi di neve e che sono avvolti nella notte polare. Se si desidera ammirare le Aurore Boreali, il periodo più adatto può essere quello di marzo, dove il fenomeno si manifesta con maggiore frequenza. Se si desidera organizzare un viaggio in Lapponia per visitare il villaggio di Babbo Natale, Rovaniemi, è ideale prenotare per dicembre, con largo anticipo vista la richiesta. Come organizzare un viaggio in Lapponia La Finlandia fa parte dell’Unione Europea e quando si organizza un viaggio in Lapponia questo snellisce la burocrazia. I documenti necessari per accedere al Paese si limitano alla sola carta d’identità valida per l’espatrio. Nonostante questo è consigliabile portare con sé anche il passaporto, soprattutto se si sosta nella zona svedese della Lapponia, dove può essere richiesto. La Lapponia finlandese aderisce poi alla copertura sanitaria tramite Tessere Europea di Assicurazione Medica (TEAM) che però non include l’assistenza sanitaria privata e il rimpatrio. Il consiglio è quindi quello di sottoscrivere un’assicurazione sanitaria aggiuntiva, in particolare in caso di attività come escursioni con slitta e motoslitta. Cosa vedere in Lapponia Un viaggio in Lapponia può lasciare emozioni indimenticabili, grazie alle attrazioni uniche e ai paesaggi mozzafiato che questa regione offre. Una delle attrazioni più amate dai viaggiatori è sicuramente l’Aurora Boreale, unita al Sole di Mezzanotte, che per circa tre mesi rimane sempre all’orizzonte. Tra le altre attrazioni che portano tanti turisti a organizzare un viaggio in Lapponia ci sono il Midnight Sun Film Festival di Sodankylä, la Casa di Babbo Natale a Rovaniemi, la famosa Ruska (il cambio di colori di alberi e piante), le escursioni con renne e cani (i famosi sleddog), i villaggi dei Sami, dormire nelle cappelle di ghiaccio e molto altro.
Il settore della moda dedicata al matrimonio è in continua espansione e non ha nulla da invidiare all’haute couture o al pret-à-porter. Anzi, costituisce un universo parallelo ricco e molto seguito da chi è in procinto di sposarsi e vuole essere a conoscenza delle ultime tendenze. Anche per quanto riguarda gli abiti sposa di moda, infatti, a ogni stagione sono proposti nuovi trend che riscuotono grande successo e vengono ripresi nelle cerimonie di tutto il mondo. Ecco qualche suggestione sugli abiti da sposa della collezione primavera estate che vi faranno innamorare! Vestiti da sposa 2022: stile vintage anni ’50, ’60 e ’90 I nuovi abiti da sposa che detteranno i trend per la prossima stagione hanno dettagli che possono essere usati come linee guida per assicurarsi di essere all’ultimo grido della moda, originali e uniche in un giorno importante come quello delle nozze. Non si tratta solo di apparenza, ma di sentirsi al meglio in una giornata in cui ci si trova a essere costantemente al centro dell’attenzione. Per tale motivo, se non si hanno le idee chiare su cosa scegliere per il proprio vestito, ecco qualche elemento che rende unici gli abiti da sposa del 2022. Iniziamo da un trend che ogni anno viene riproposto con grande successo, anche se con notevoli differenze in base alle ispirazioni. Si tratta della tendenza generalmente conosciuta come “vintage”: riprendere modelli delle decadi passate per abiti che li ricordino nelle linee, nei tessuti, anche negli accessori. Ma quali sono i periodi del passato che nella prossima stagione offriranno i migliori spunti per gli abiti da sposa del 2022? Per prima cosa i vestiti dal taglio classico e regale, come quelli degli anni Cinquanta. Lunghe gonne svasate in seta lucida, contrapposte a corpetti in pizzo con scollo a cuore, oppure con un corto colletto rigido. Il magnifico abito di Kate Middleton, duchessa di Cambridge, è un esempio di ispirazione alla moda nuziale di quella decade. Anche gli anni Sessanta sono un’incredibile spunto per la moda del settore, ma in una veste del tutto originale, che non tutte oseranno adottare: quella dell’abitino da sposa corto, spesso sopra il ginocchio, magari di forma trapezoidale. Proprio come quello scelto da Audrey Hepburn per le sue seconde nozze, celebrate nel 1969: un minidress rosa pallido con foulard nello stesso tessuto a coprire il capo. Oggi, una scelta senza dubbio audace. Negli anni Novanta, invece, è l’abito a sottoveste a far parlare di sé. Linee pulite e minimali, braccia e spalle scoperte, seta lucida e cangiante e spalline sottilissime, perfetto per chi ha un fisico longilineo. Questo modello ha segnato un grande ritorno tra i vestiti da sposa per il 2022, sia nel classico colore bianco, che in avorio, che ancora in nude. Colori per i vestiti da sposa 2022: nude, pastello e glitter Proprio parlando di tonalità esistono anche abiti da sposa colorati, non per forza bianchi tradizionali, e il nude è senza dubbio un colore non colore di gran moda quest’anno. Che sia un tenue rosa cipria, un color carne oppure una tonalità di beige rosato, quello del non bianco è un trend da non sottovalutare perché permette di scostarsi dalla tradizione pur rimanendo raffinatissime. Sempre per chi sia alla ricerca di abiti sposa nuove collezioni che non siano bianchi o avorio, ecco il trionfo delle tonalità pastello: un tenue rosa oppure azzurro, talmente chiaro da far apparire eterea una sposa anche se non ammantata dal classico candore nuziale. Perfetto per la primavera, da decorare solo con il bouquet floreale che si stringe tra le mani e pochi gioielli. Una tendenza ultra glamour in grado di trasformare anche l’abito più minimale in un vero e proprio protagonista è quella che porta in primo piano la luce, i glitter: insomma, brillantini e paillettes che tempestano corpetti e sottogonne, persino il velo e l’acconciatura. Ogni sposa è una dea che risplende di luce propria dalla mattina alla notte inoltrata, durante tutti i festeggiamenti. E ancora, le trasparenze: altro trend che fatica a cadere nel dimenticatoio. Con un pizzo che lascia intravedere la pelle, a tessuti talmente sottili e chiari che permettono di realizzare un intrigante vedo non vedo: che sia solo sulle maniche, sul corpetto o sull’intero abito, non è affatto volgare ma riesce a esaudire anche i sogni delle più romantiche. Lo stesso vale per la moda delle spalle scoperte, soprattutto quando abbinate a vestiti molto lunghi e con lo strascico: una contraddizione in termini, che vede sia le braccia nude che coperte e le spalle completamente visibili, mentre il resto del corpo è celato da tessuti preziosi e impalpabili. Infine è necessario sottolineare che anche il settore della moda nuziale è ormai avvezzo a proporre abiti green: non verdi per colore, ma per utilizzo di tessuti prodotti a basso impatto ambientale, o riciclati. La sostenibilità nella moda è fondamentale e, anche in un giorno tanto importante, può essere una scelta di grande consapevolezza che non esclude in alcun modo eleganza e stile.