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Sepoltura in mare: che cos'è e come funziona?

La sepoltura in mare è un pratica originariamente destinata ai militari ma ora sempre più comune anche tra i civili. Ma quali sono le pratiche da rispettare?

18-01-2020

Onoranze funebri

Pensare al dopo vita è un’esigenza da sempre sentita dall’essere umano. Anche le pratiche di sepoltura, come tutti gli altri aspetti dell’esistenza, subiscono mutamenti a seconda delle epoche storiche e sono soggette a mode più o meno transitorie. Una di quelle che sta suscitando maggiore curiosità di conoscenza è la sepoltura in mare. Ma come funziona e quali sono le norme che i depositari dell’urna funebre devono rispettare per non incorrere in sanzioni? Analizziamo i singoli punti per capire cosa si intende per “seppellire in mare”.

Cremazione e Legge sulla sepoltura in Italia

La premessa alla cerimonia della sepoltura in mare, o comunque alla dispersione delle ceneri in natura, è ovviamente la cremazione. Questa pratica può essere scelta in vita in prima persona, oppure dal 1990 anche post mortem dai familiari. La Legge italiana stabilisce una procedura precisa per organizzare un funerale:

  • Affinché sia possibile procedere alla cremazione deve essere esplicita la volontà del defunto o dei familiari aventi diritto e deve essere prodotto un certificato del medico che escluda che la morte è stata causata da un reato.
  • Le ceneri della cremazione sono raccolte in un’urna funebre appositamente etichettata con le generalità del defunto (nome, cognome, data di nascita, data di morte).
  • L’urna viene consegnata sigillata al coniuge o al parente più stretto, o a quello delegato in fase testamentaria oppure, in assenza dei suddetti requisiti, al personale autorizzato del Comune di residenza. Sono questi soggetti quelli che secondo la Legge possono procedere alla dispersione delle ceneri.
  • L’affidatario dell’urna è inserito in un apposito registro comunale. Se l’affidatario decide di conservare l’urna, quest’ultima alla sua morte deve obbligatoriamente essere riconsegnata integra nel cimitero prescelto, altrimenti le sanzioni ricadranno sugli eredi.

Sepoltura in mare: un mito cinematografico normato severamente

Vi sarà capitato in alcuni film di assistere ad un “funerale in mare”: una pratica un tempo riservata ai militari dei vari corpi internazionali della Marina e poi passata anche ai civili. Sul grande schermo, la sepoltura in mare è un ultimo atto di liberazione di quel che resta delle spoglie mortali del defunto. Nella realtà è una pratica che, pur mantenendo un alto significato intimo e personale, è vincolata al rispetto di norme severe. Ecco cosa è consentito e cosa invece è vietato in relazione alla gestione delle urne cinerarie:

  • Non è consentito gettare le ceneri senza un’autorizzazione specifica del funzionario di stato civile del Comune di pertinenza. Cosa si rischia? Secondo la Legge 130/2001 le ceneri sono equiparate allo status di cadavere e la loro dispersione non autorizzata può essere punita con la reclusione da due mesi a un anno e con un’ammenda pecuniaria.
  • Non si possono disperdere le ceneri in più luoghi diversi, né si può sotterrare l’urna.
  • Si possono spargere le ceneri in mare o in luoghi naturali come lago, fiume, montagna etc., purché la zona sia libera da abitati e manufatti. Quindi, per la sepoltura in mare il requisito necessario – oltre all’autorizzazione della Capitaneria di Porto – è quello recarsi al largo laddove le ceneri, contenute in un’urna biodegradabile ed ecologica, possono essere gettate in mare.

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