Come si svolge e cosa si fa durante una visita medico sportiva? In quali casi è obbligatorio farla ed in quali non lo è? Qual è il costo del certificato medico e quali soggetti sono abilitati a produrlo? Ogni anno, a settembre, si ripropongono i medesimi dubbi ed in questo articolo andiamo a dissiparli, introducendo quello che dice la normativa, riformata di recente e con importanti novità che non tutti sanno. Visita medica sportiva: cosa dice la normativa? Il decreto ministeriale dell’aprile 2013, che riforma la legge del 1982 (la quale sanciva la differenza tra pratica sportiva e non), ha introdotto delle importanti novità attraverso “Le linee guida di indirizzo in materia di certificati medici per l’attività sportiva non agonistica”. Tuttavia questo decreto non è risultato molto chiaro. Su richiesta da parte dei cittadini, in merito alla sussistenza o meno dell’obbligo di visita medica sportiva da parte di coloro che svolgono attività sportiva non agonistica, il Ministero della Salute aveva emesso già nel 2015 una nota esplicativa. In questo documento veniva, in poche parole, limitato l’obbligo di visita medica sportiva ai tesserati Coni che svolgono attività sportive regolamentate, mentre venivano esclusi coloro che svolgono attività sportive le quali non richiedono impegno fisico oppure coloro che non svolgono alcun tipo di attività sportiva. Di conseguenza, in base a questa riforma è stata soppressa la visita medica sportiva a coloro che svolgono semplice attività ludico-motoria, come chi frequenta corsi di Pilates, Crossfit o GAG. Mentre il certificato risulta obbligatorio per coloro che svolgono attività sportiva non agonistica ed agonistica. Un nuovo e recente decreto ha stabilito, quindi, che non sarà più obbligatorio, in particolare per i bambini da 0 a 6 anni, di età prescolare, effettuare una visita medica sportiva. Questo decreto, come si legge dal documento, “cerca di promuovere l’attività fisica organizzata dei bambini, di facilitare l’approccio all’attività motoria costante fin dai primi anni di vita, di favorire un corretto modello di comportamento permanente, nonché di non gravare i cittadini ed il Servizio sanitario nazionale di ulteriori onerosi accertamenti e certificazioni”. Ma come si svolge la visita medico sportiva per coloro che, invece, fanno attività sportiva non agonistica ed agonistica? Andiamo a scoprirlo qui di seguito. Visita medico sportiva non agonistica, come si svolge? Innanzitutto, per attività sportiva non agonistica si intendono quelle svolte dai seguenti soggetti: gli alunni che svolgono attività sportive organizzati dalle scuole nell’ambito delle attività parascolastiche; coloro che svolgono organizzate dal CONI, da società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali (FIGC, FIN, FIT, FIPAV) e gli Enti di promozione sportiva riconosciuta dal Coni (CSI, PGS, UISP, CUSI) e le Discipline associate (ad esempio, FASI per l’arrampicata sportiva); coloro che partecipano ai giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale. In questo caso la visita medico sportiva è obbligatoria, ha durata annuale, può essere rilasciata da specialisti in medicina dello sport, da medici di base e da pediatri di libera scelta. Il costo di tale certificato varia in base al medico a cui ci si rivolge. Tuttavia può essere gratuito, ma solamente se riguarda le fasi pre-nazionali dei giochi sportivi studenteschi. Quali documenti servono per la visita medico-sportiva? Cosa si fa per sottoporsi a tale visita medico sportiva? Prima di tutto sono necessari i seguenti documenti: tessera sanitaria, documento d’identità valido, provetta di urine della mattina in cui viene svolta la visita (è necessario essere a digiuno da almeno 8 ore). Se il paziente è minorenne, inoltre, deve essere accompagnato dal genitore. Svolgimento della visita sportiva non agonistica Il protocollo tipico di una visita medico sportiva non agonistica prevede questi step: l’anamnesi da parte del medico, che prevede la raccolta delle informazioni relative allo stato di salute del soggetto, all’eventuale presenza di patologie familiari di particolare interesse per il rilascio del certificato di buona salute e relative ad alcune eventuali abitudini (fumo, alcol, assunzione di integratori); un esame che prevede la raccolta di dati antropometrici (peso ed altezza), ascoltazione toracica e misurazione della pressione; un elettrocardiogramma a riposo ed un elettrocardiogramma basale (quest’ultimo per coloro che hanno superato i 60 anni di età o per coloro che hanno patologie croniche conclamate). Non appena il medico conclude la visita medico sportiva verrà subito rilasciato il certificato a coloro che svolgono attività sportiva non agonistica. Visita medico sportiva agonistica, come si fa? Coloro che devono richiedere una visita medico sportiva agonistica sono quei soggetti che praticano attività sportiva continuativamente, in forme organizzate da attività sportive, enti riconosciuti dal Coni ed attività relative alla fase nazionale dei Giochi della Gioventù. Per presentarsi alla visita, l’atleta, oltre ai documenti citati nel paragrafo precedente, deve portare con sé la richiesta della società sportiva che attesti la sua attività agonistica. Una volta effettuata la visita medico sportiva generale, come da paragrafo precedente, vengono aggiunti ulteriori esami strumentali e sotto sforzo. Proprio per questo motivo è necessario che l’atleta si presenti in tuta e con scarpe da ginnastica o comunque con un outfit adatto all’attività sportiva. Tra gli esami aggiuntivi, ci sono l’elettrocardiogramma e la spirometria, effettuati in movimento. Inoltre viene effettuata una valutazione completa dell’esame delle urine che, a differenza della visita medico sportiva non agonistica, deve essere effettuato almeno 15 giorni prima dell’appuntamento con lo specialista. Il costo del certificato medico per questo tipo di attività varia molto da Regione a Regione: si va dai 50 euro della Lombardia, ai 7 euro della Calabria. Esso è esente da Iva e la ricevuta è obbligatoria. La visita medica sportiva è, invece, gratuita per gli atleti che non hanno compiuto il 18esimo anno di età e per gli sportivi disabili di qualsiasi età.
Una notizia importante da segnare sul proprio calendario: l’arrivo del nuovo digitale terrestre 2021 che comporterà alcuni cambiamenti di cui tener conto, in base all’apparecchio televisivo di cui si è in possesso. Ma di cosa si tratta? Quando si parla di nuovo digitale terrestre tv si fa riferimento al passaggio dal DVB-T, lo standard che al momento è utilizzato, al più recente DVB-T2: il nome che troverete spesso quando ci si riferisce a questo mutamento è il termine inglese “switch off”. Ma quando si passa al nuovo digitale terrestre? Al momento si parla di un periodo che, da breve, condurrà fino al 1 gennaio del 2023; dal 15 ottobre del 2021, infatti, alcuni canali potrebbero subire una migrazione e non essere più trasmessi dove sono stati visualizzati fino a questo momento. Saranno infatti trasmessi con la codifica Dvbt/Mpeg4, e i cambiamenti saranno effettuati in base alla zona di residenza. Dalla data del 15 ottobre 2021 la Televisione di Stato, per esempio, passerà 13 canali nella nuova codifica MPEG-4. Ma trattando invece del passaggio al nuovo digitale terrestre, che cosa comporterà per i telespettatori? Nuovo digitale terrestre e bonus Quando entrerà in vigore il nuovo digitale terrestre, previsto quindi per un periodo compreso tra il 15 ottobre 2021 e il 1 gennaio 2023, chi possiede un apparecchio televisivo acquistato prima del dicembre 2018 potrebbe avere difficoltà a visualizzare la programmazione. Per tale motivo il Ministero dello Sviluppo Economico oltre a programmare il cosiddetto “switch off”, ossia il passaggio dello standard del Digitale Terrestre al nuovo DVB-T2 con il decreto del 30 luglio 2021, ha anche previsto una serie di incentivi per agevolare l’acquisto di decoder compatibile con il nuovo standard, oppure di un nuovo apparecchio televisivo. Il bonus per un nuovo decoder sarà erogato a chi appartenga a un nucleo familiare con un ISEE massimo di 20.000 euro e sarà uno sconto fino a 30 euro sull’acquisto. Si potrà richiedere un bonus per ogni nucleo familiare, e non di più. L’incentivo per acquistare una nuova tv è invece legato alla rottamazione del precedente apparecchio televisivo obsoleto, acquistato prima del dicembre 2018, e non richiede limiti di reddito economico del nucleo familiare. Per fare richiesta si deve però essere residenti in Italia, essere in regola con i pagamenti del canone televisivo e aver per l’appunto acquistato il proprio apparecchio prima del dicembre 2018. Lo sconto del 20% sull’acquisto di un nuovo apparecchio, fino a una cifra massima di 100 euro, sarà direttamente applicato dai rivenditori aderenti all’iniziativa presso i quali si consegnerà il vecchio televisore e si acquisterà quello nuovo. Sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico si trova, nella pagina dedicata al bonus rottamazione tv 2021, la lista dei rivenditori aderenti e un modulo da scaricare e compilare in cui si attesta la rottamazione dell’apparecchio. Esiste anche la possibilità di portare il vecchio televisore a un’isola ecologica, muniti del modulo di rottamazione che dovrà essere convalidato da uno degli impiegati presso il centro e presentato presso un rivenditore aderente.
Toelettatura e tosatura del cane a pelo lungo: come fare? Se hai un cane a pelo lungo saprai bene quanto sia stancante dover ogni giorno spazzare i batuffoli sparsi in giro per casa e doverli togliere dai propri indumenti, ma soprattutto quanto sia importante avere cura del manto del proprio fido per il suo benessere, sia per quanto riguarda la tosatura che la toelettatura del tuo amico a quattro zampe. In particolare, la presenza di grovigli e nodi oppure l’eccesso di pelo in estate potrebbero essere dannosi per la sua salute e si rivela, quindi, necessario effettuare una tosatura per aiutarlo a ritrovare il suo benessere. Tuttavia ci sono alcune razze di cani che non andrebbero tosate. In questo articolo potrai scoprire come sfoltire il pelo del tuo cane e quali cani si possono tosare. Nel caso ti sia difficile fare autonomamente questa operazione a causa di soggetti mordaci o di una tosatura di difficile esecuzione (es. nodi, pelo infeltrito), alla fine della tua lettura saprai quali sono i prezzi per la toelettatura e la tosatura dei cani. Come sfoltire il pelo del tuo cane? Se il negozio del toelettatore dovesse essere chiuso oppure se hai intenzione di risparmiare ogni tanto, puoi alternare tagli professionali con tagli casalinghi. La prima volta che lo fai potrebbe risultare particolarmente difficile, ma con la giusta calma e pazienza, puoi svolgere tranquillamente questa operazione, cercando di mantenere la situazione positiva sia per te sia per il tuo cane. Innanzitutto è necessario disporre degli strumenti per la toelettatura e la tosatura dei cani. Ecco quelli indispensabili: • Shampoo e balsamo: indispensabili per fare il lavaggio al proprio cane prima della tosatura • Forbici e cesoie: le forbici adatte alla tosatura del cane hanno generalmente una misura di 10 o al massimo 15 cm. In commercio puoi trovare moltissimi modelli di qualità, in titanio o acciaio inox. • Spazzole e pettini: questi accessori sono indispensabili per la tosatura, perché aiutano a rimuovere dal manto del tuo cane il pelo lungo in eccesso. In particolare, le spazzole che hanno i perni metallici sottili, caratterizzati da basi in gomma, sono le più consigliate • Tosatrici professionali: evita di utilizzare quelle per le persone, perché potrebbero tirare il pelo il tuo cane. Dopo aver acquistato questi strumenti, puoi iniziare la toelettatura e la tosatura del tuo cane a pelo lungo. Dopo avergli fatto un bagno con shampoo più balsamo e averlo asciugato con il phon, è necessario spazzolarlo bene, così da agevolare l’eliminazione del pelo morto e far respirare la pelle dell’animale domestico. A questo punto inizia la tosatura: questa, se effettuata con il rasoio professionale, non deve mai avvenire contropelo perché potrebbe fargli male e causargli delle ferite. Una volta terminata la procedura potrai rifinire il pelo con le forbici (evitando assolutamente di tagliare i baffi) ed, infine, dovrai spazzolarlo nuovamente, così da eliminare il pelo tagliato. Mentre svolgi queste operazioni, dovresti continuamente tranquillizzare il tuo cane utilizzando parole gentili, carezze ed eventuali premietti. Questa pratica ti renderà maggiormente sicuro e permetterà al tuo cane di essere più fiducioso. Se ritieni la tosatura del tuo cane a pelo lungo particolarmente impegnativa, evita di azzardare certe manovre con forbici e rasoi: rivolgiti esclusivamente a un centro di toelettatura cani specializzato anche in tecniche come lo stripping e il trimming. Quali cani si possono tosare? La tosatura si differenzia a seconda della razza e dell’impiego dei cani (es. esposizione, lavoro, casa). È assolutamente sconsigliato tosare cani come il Terranova, lo Shi-tzu, le razze da pastore (tedesco e maremmano), i cani a pelo duro e corto, gli husky e gli altri cani nordici. Tuttavia, in presenza di alcune patologie cutanee oppure quando il pelo si fa troppo infeltrito, conviene sfoltire anche loro. Ci sono altre razze, invece, la cui tosatura è assolutamente indispensabile: ad esempio, il pelo del Barbone, oppure dei meticci con il pelo riccio deve essere obbligatoriamente sfoltito, in quanto è a crescita continua. Toelettatura cani professionale: i prezzi È importante rivolgersi a centri di toelettatura per cani i cui operatori siano altamente specializzati. La loro formazione permette, infatti, di instaurare una relazione positiva con il tuo cane ed effettuare una toelettatura veloce e di qualità che difficilmente saprebbe svolgere una persona con poca esperienza. Le prime volte che porti un cane da un toelettatore potresti rimanere presente durante le operazioni di pulizia e sfoltimento del pelo: un professionista non rifiuterebbe mai la tua presenza e se facesse il contrario, dovresti insospettirti. Solitamente i prezzi di una toelettatura e tosatura per cani professionale si aggirano intorno ai 45/50 euro all’ora. Ma il costo potrebbe variare in base alla razza del tuo cane e alle particolari difficoltà di esecuzione. Oppure anche a seconda di quale dei setti tipi di taglio scegli per il tuo barboncino!
Il futuro è molto più vicino di quanto lo si possa immaginare: stando alle voci di corridoio, i grandi nomi dell’industria del telefono intelligente produrranno, entro i prossimi anni, uno smartphone con doppio display. La telefonia mobile, ormai, non è più solo un accessorio per le chiamate: negli ultimi anni si è evoluta in una tecnologia che fa da assistente personale, macchina fotografica, sistema di elaborazione e ricerca dati sempre a portata di mano. Il doppio schermo, però, è la nuova frontiera del futuro che sembra quasi difficile da immaginare. Pochi pionieri hanno deciso di cimentarsi nel cellulare conchiglia a doppio display proprio per l’apparente bizzarria della cosa. A che ci servono davvero due display? Abbiamo fatto qualche ricerca per capire se il doppio display potrebbe essere davvero il passo successivo dell’evoluzione degli smartphone. Cellulare con doppio display: come funziona? Il funzionamento di questi nuovi sistemi è semplicissimo: il duplice schermo, che si ripiega a conchiglia su se stesso, fornisce il doppio dello spazio di manovra di un normale smartphone, occupando però lo stesso spazio in tasca. L’obiettivo principiale di questa nuova tecnologia è quello di trasformare il telefono in un tablet ogni volta che si ha bisogno di consultare internet o applicazioni varie. Non solo il polliciaggio raddoppia, ma si creano anche moltissime opportunità per effettuare più operazioni contemporaneamente. Insomma, quando si pensa ai cellulari con doppio schermo, la parola d’ordine è certamente multitasking. Il principio degli smartphone con display pieghevole opera sulla base della necessità dell’utente. Gli ultimi modelli, di norma, recato tre differenti modalità operative per sfruttare, in base a quello che si deve fare, le potenzialità del prodotto: Modalità singola: ovvero l’utilizzo utilizzo tradizionale dello smartphone, dove solo uno degli schermi è operativo. Modalità estesa: permette di riprodurre applicazioni, file o pagine internet sfruttando entrambi gli schermi per incrementare le dimensioni di visualizzazioni. Questa modalità è particolarmente utile in ambito business o quando si desidera, magari, visualizzare un video in maniera più comoda e grande. Modalità dual: il sistema consente di lanciare due applicazioni contemporaneamente, ognuna su uno schermo differente. Questa opzione risulta particolarmente utile per chi lavora costantemente di multitasking e ha bisogno di avere tante informazioni in poco spazio. Vantaggi e svantaggi dello smartphone a doppio schermo Leggermente più caro degli smartphone di alto livello, questo modello a conchiglia offre un oceano di possibilità per tutti coloro che utilizzano il loro smartphone per lavorare ogni giorno. Tra i vantaggi, possiamo sicuramente menzionare: Maggiore qualità del multitasking: poter lavorare contemporaneamente su due applicazioni diverse è certamente un vantaggio, specialmente per chi si trova sempre in movimento. Sarà infatti possibile guardare un video su uno schermo e, parallelamente, navigare i social media con l’altro. Schermo più grande: guardare i video su duplice schermo, anche quando si è fuori casa e attraverso l’abbonamento dati del proprio telefono, è un’opzione molto interessante. Promuovere e finanziare le nuove tecnologie è un’esperienza davvero interessante che, per gli appassionati, non può che essere un’opportunità. Per quanto riguarda invece gli svantaggi: Difficile da manovrare con una mano sola. Il doppio schermo non è sempre compatibile con tutte le applicazioni, soprattutto in modalità estesa. In questa fase dello sviluppo tecnologico, dunque, la scelta di App, specialmente visualizzabili in modalità estesa, potrebbe essere limitata. Il cellulare con display pieghevole sembra più fragile e “facile da rompere”, in caso di caduta, rispetto al tradizionale schermo. Attenzione alla batteria: molti modelli sono pensati per durare un giorno intero ad utilizzo intensivo, ma è sempre bene verificarne la capacità prima di effettuare un acquisto. Del resto, lo schermo è l’aspetto dello smartphone che consuma di più.