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Radiazione per esportazione: come funziona?

Spesso, quando si decide di vendere l'auto all'estero, si decide per propendere per la formula radiazione per esportazione. Ma in cosa consiste esattamente?

30-09-2019

Autoscuole

Sempre più persone si chiedono se la radiazione per esportazione sia un sistema sicuro quando si vende l’auto all’estero. La risposta non è semplice, perché si tratta di una procedura lunga e talvolta complessa che deve essere curata nei minimi dettagli onde evitare blocchi e restrizioni da parte delle autorità competenti. In questo articolo cerchiamo di rispondere a tutti i dubbi relativi alla radiazione per esportazione, con consigli pratici.

Radiazione per esportazione: come funziona?

Partiamo dall’inizio, la radiazione di un’auto implica che questa venga definitivamente eliminata dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA) e non potrà più circolare per strada, pena incorrere nel fermo amministrativo. 

La radiazione può avvenire per diversi motivi, tra cui la demolizione, l’esportazione o la distruzione del mezzo. Uno dei casi più frequenti per un utente privato è sicuramente l’esportazione, anche se questa procedura implica non pochi rischi che ti elencheremo a breve.

Quindi, dopo aver venduto un’auto ad un acquirente estero, l’intestatario del veicolo deve recarsi presso uno Sportello Telematico dell’Automobilista (STA) e richiedere il documento di “Cessazione della Circolazione per Esportazione”.

Prima però, all’atto della vendita, l’auto deve essere immatricolata nel nuovo paese di circolazione. Quando il venditore è in possesso del nuovo certificato di circolazione e della fotocopia della carta di circolazione estera, potrà procedere con la radiazione del veicolo dal vecchio paese di circolazione.

Dopo averli depositati presso uno STA, i documenti saranno inoltrati al PRA che dopo un’attenta analisi potrà emettere il Certificato di Radiazione digitale.

In sintesi, i documenti necessari per effettuare correttamente la radiazione sono: una copia del documento di identità di chi firma la richiesta di radiazione, la copia della carta di circolazione estera, oppure il certificato di proprietà, insieme al documento di richiesta di cessazione della circolazione.

Radiazione per esportazione: rischi

La procedura può sembrare inizialmente semplice, ma può subire rallentamenti e complicazioni in base ad alcune variabili, tra cui: paese di residenza del rivenditore, esportazione all’interno dell’Unione Europea o extra europea, immatricolazione precedente all’esportazione dell’auto.

Qualora si vuole vendere un’auto già immatricolata nel nuovo paese, a un membro dell’Unione Europea, la procedura rientra tra quelle standard e si devono seguire i passaggi indicati in precedenza.

Se invece l’auto, pur essendo venduta all’interno dell’Unione Europea, non è ancora stata immatricolata all’estero, servirà anche il Documento di Trasporto CMR e il certificato di proprietà oppure la fattura di vendita autenticata.

Se l’auto è già immatricolata all’estero in un paese extra UE, servirà la carta di circolazione estera, oppure un documento tradotto legalmente che certifichi la registrazione dell’auto nel nuovo paese.

Infine c’è l’ultimo scenario: auto non ancora immatricolata, venduta in un paese extra UE. In questo caso sarà necessaria una bolla doganale e il numero MRN rilasciato dalla dogana, che attesta l’avvenuta esportazione.

È importante sapere anche se si si vuole effettuare una radiazione per esportazione, la revisione del veicolo è necessaria almeno 6 mesi prima dell’avvio delle procedure.

Radiazione per esportazione: quanto costa?

La radiazione per esportazione ha alcuni costi fissi, tra cui:

  • emolumenti ACI pari a 13,50 euro;
  • un’imposta di bollo pari a 32 euro se si utilizza il certificato di proprietà originale o in formato digitale, mentre sale a 48 euro se si utilizza il modello NP3C;
  • un importo pari a 10,20 euro di diritti DT se si esporta all’interno dell’Unione Europea.

In sintesi, la radiazione per esportazione è una pratica legale e sicura, ma è necessario informarsi adeguatamente, curare la pratica nei minimi dettagli ed eventualmente, farsi consigliare da un esperto.

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