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Vacanze rovinate? Si possono chiedere i danni morali

Voli cancellati, hotel diversi dalle foto viste durante la prenotazione, disagi: quando la vacanza è da incubo, ecco come chiedere rimborsi e risarcimenti danni

11-10-2023

Agenzie viaggi

I voli in ritardo o cancellati sono solo uno dei tanti fattori che possono rovinare le vacanze. A volte a lasciare un ricordo amaro delle tanto attese ferie sono i disagi che si incontrano nella struttura alberghiera, che potrebbe rivelarsi molto diversa rispetto a come si era presentata in fase di prenotazione. O, ancora, la causa delle vacanze da incubo potrebbero essere gli imprevedibili eventi che costringono a modificare o cancellare i piani: aeroporti chiusi (come è successo a Catania nell’estate 2023), incendi, truffe, calamità naturali, disservizi… In tutti questi casi, la domanda che frulla nella testa dei viaggiatori è sempre la stessa: cosa fare per riavere indietro i soldi già spesi? È possibile chiedere risarcimenti e danni morali per una vacanza rovinata?

Vacanze rovinate: cosa fare?

Nel momento in cui i programmi della vacanza saltano o si modificano sostanzialmente per cause che non dipendono dai viaggiatori, di solito è possibile (anche se non sempre facile) richiedere un rimborso, come è accaduto a molti durante la pandemia.Le modalità e le possibilità cambiano in base alle circostanze. Ad esempio, quando il volo viene cancellato oppure ha accumulato un ritardo notevole (almeno due ore), è possibile richiedere un rimborso la cui entità varia in base alle ore di ritardo e alla lunghezza della tratta.

Tale rimborso può essere richiesto, però, solo se la compagnia aerea non ha comunicato con almeno due settimane di preavviso la cancellazione del volo o la modifica degli orari e se nei 7-14 giorni precedenti alla partenza non c’è stata quindi la possibilità di scegliere una tratta alternativa adeguata (cioè con partenza al massimo 1-2 ore prima rispetto all’orario inizialmente scelto e con un arrivo di massimo 2-4 ore dopo l’orario inizialmente scelto). In ogni caso il rimborso per il volo cancellato non si può ottenere se la causa sono eventi eccezionali come attentati terroristici, chiusura dello spazio aereo e condizioni metereologiche avverse.

Per ottenere un risarcimento in seguito alla cancellazione o al notevole ritardo del volo è necessario presentare la richiesta di rimborso alla compagnia aerea presso cui è stato acquistato il biglietto, che deve rispondere entro sei settimane. Bisogna scrivere alla compagnia aerea anche se il viaggio è stato prenotato tramite un’agenzia. Se la risposta non arriva, occorre presentare un reclamo scritto agli Uffici Enac dell’aeroporto da cui era prevista la partenza. Se anche questa via si rivela infruttuosa è possibile rivolgersi alle associazioni di categoria (che tutelano gratuitamente i diritti dei viaggiatori) o, in casi specifici, muoversi per vie legali.

Vacanze da incubo: a quali rimborsi ho diritto?

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Quando il volo è in ritardo o cancellato e tale disguido obbliga a passare la notte in aeroporto o nei dintorni, è utile anche sapere che la compagnia aerea è tenuta a fornire e a pagare sistemazione in hotel, servizio di accompagnamento all’albergo e poi di nuovo all’aeroporto ed eventualmente anche cibo e bevande. Se invece il volo è in overbooking, la compagnia aerea può chiedere se ci sono passeggeri disponibili a prendere un volo successivo in cambio di una serie di agevolazioni, tra cui il rimborso del biglietto. In alternativa sarà la compagnia a scegliere in modo coatto uno o più passeggeri, a cui il biglietto deve essere comunque rimborsato.

A trasformare il sogno delle ferie in una vacanza da incubo possono essere, in altri casi, i disagi che si riscontrano nella location. Accade ad esempio quando la casa vacanza, l’albergo o il villaggio turistico non corrispondono a quanto prenotato. Magari la struttura alberghiera era stata presentata come un cinque stelle e invece è fatiscente e con servizi di bassa qualità. Può anche capitare che fotomontaggi e presentazioni ambigue, per non dire truffaldine, lascino intendere la presenza di servizi e vantaggi (come la vicinanza al mare) che invece non sono presenti. In questi casi la normativa del Codice del Turismo prevede una serie di rimborsi e risarcimenti. Non si parla qui solo del rimborso delle spese effettuate, dunque, ma anche del risarcimento economico per i danni subiti dal punto di vista morale, psicologico o biologico.

Vacanze rovinate: come ottenere il risarcimento danni

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La possibilità di ottenere rimborsi e risarcimenti per la vacanza rovinata è stata confermata di recente anche dalla Corte di Cassazione. Il caso specifico riguardava una coppia napoletana che nel 2012 aveva acquistato un pacchetto all-inclusive per Cuba. La vacanza era però stata rovinata, oltre che da un ritardo di tre ore del volo, da una serie di disagi e disservizi riscontrati nella struttura, che non corrispondeva a quanto promesso dal dépliant: c’erano infatti camera sporca, ambienti fatiscenti e cibo di bassa qualità.

I viaggiatori hanno tre anni di tempo per avanzare la richiesta di risarcimento al giudice di pace per danni alle persone. Il reclamo formale va invece mandato tramite raccomandata o PEC entro dieci giorni dal rientro. Va detto però che le associazioni di categoria che tutelano i diritti dei viaggiatori consigliano di mandare una prima comunicazione dei disservizi già mentre si è in vacanza, cioè nel momento immediato in cui si verificano i problemi. Queste richieste e reclami vanno inviate all’agenzia di viaggio o al tour operator da cui si è acquistato il pacchetto vacanza. È inoltre importante poter documentare i disagi vissuti, ad esempio con video e foto: non è obbligatorio, ma può sicuramente aiutare la causa.

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