Le regole del gioco del bowling sono molto semplici: i giocatori devono colpire il maggior numero di birilli, su un totale di 10, lanciando lungo la pista una palla dalla forma e dal peso precisamente determinato. Una partita tra amici si può giocare con un numero libero e variabile di giocatori, mentre nelle competizioni agonistiche riservate ai professionisti, i giocatori si affrontano uno contro l’altro, oppure divisi in squadre. In una serie di dieci turni, i giocatori devono totalizzare il maggior punteggio possibile per vincere. Ad ogni turno, ogni giocatore ha a disposizione due tiri per abbattere tutti e dieci i birilli. Se ce la fa al primo lancio, realizza un cosiddetto strike, se invece abbatte tutti i birilli al secondo tentativo, realizza quello che si chiama uno spare. Eseguiti i due lanci, il turno termina e si passa al giocatore successivo, siano stati abbattuti o meno tutti i birilli, così fino al termine dei dieci turni previsti. Se al decimo turno il giocatore realizza uno strike, ottiene due tiri supplementari per aumentare ulteriormente il proprio punteggio. Nel caso in cui al decimo turno il giocatore faccia invece spare, il tiro aggiuntivo sarà soltanto uno. Punteggio Come abbiamo detto, una partita di bowling è composta da 10 turni, o meglio da 10 frame (frazioni), nel corso dei quali ogni giocatore ha due tiri a disposizione per abbattere il maggior numero di birilli possibile. Si possono di conseguenza incontrare tre situazioni di gioco: qualora il giocatore non abbatta tutti i birilli nei due tiri a disposizione, si segna il numero di birilli caduti nei due tiri del frame e si procede con il giocatore successivo; qualora il giocatore faccia spare, il punteggio totalizzato in questo caso è 10, ma a questa cifra si dovrà sommare il punteggio ottenuto nel tiro successivo, cioè il primo tiro del frame seguente, con un punteggio massimo di 20. Un esempio: nel primo frame il giocatore fa spare; nel primo tiro del frame successivo cadono 4 birilli. Il punteggio del primo frame sarà allora 14 (10+4). qualora il giocatore faccia strike, al punteggio di 10 così ottenuto si sommano i birilli abbattuti nei due tiri seguenti del giocatore, per un massimo totalizzabile di 30, nel caso in cui il giocatore ottenga tre strike nei 3 tiri a sua disposizione, realizzando così un turkey. Il punteggio massimo raggiungibile nel corso di una partita è quindi 300, che si ottiene facendo sempre, cioè 12 volte, strike. Ora che abbiamo imparato le regole fondamentali di questo gioco, vediamo alcuni semplici consigli per giocare al meglio una partita di bowling, divertendosi. Come scegliere la palla da bowling perfetta Il primo consiglio è scegliere la palla da bowling migliore in base al peso, tra quelle messe a disposizione dalla sala da bowling. Prima regola: una palla da bowling dovrebbe pesare all’incirca il 10% del peso corporeo del giocatore, in modo da “sentire” la palla rimanendo a proprio agio durante il lancio. Il passo successivo è assicurarsi che i fori dove vanno inserite le dita si adattino perfettamente alla mano, non devono essere né troppo piccoli né troppo grandi. Infine, una volta afferrata la palla, tra questa e la mano dovrebbe esserci spazio sufficiente per infilarci al massimo una matita, in modo da non allungare la mano o afferrare la palla troppo forte. Nel momento in cui si dovesse decidere di voler far diventare il bowling qualcosa di un più di una semplice alternativa alla classica serata tra amici, è consigliabile acquistare una propria palla da bowling, tenendo a mente questi semplici suggerimenti: le palle da bowling con rivestimento in plastica sono perfette per i principianti, per chi lancia principalmente con traiettoria dritta e per i budget limitati, dato che il loro costo medio è inferiore ai 100 euro; le palle da bowling con rivestimento in uretano sono perfette per i tiri ad effetto. Non assorbono l’olio sulla corsia e sono più soggette all’attrito di una sfera di plastica, per cui garantiscono un effetto maggiore; le palle da bowling con un rivestimento in resina reattiva devono essere considerate un investimento. Sono costose, ma perfette anche per lanciare un colpo con poco effetto, perché la resina scava nell’olio sulla corsia, fornendo una maggiore opportunità di colpire i birilli. Le dieci cose da controllare a ogni lancio Per eseguire ogni volta un lancio perfetto e fare bella figura, è necessario non tralasciare nessun dettaglio, per cui occorre tenere sempre a mente queste dieci nozioni di base. Equipaggiamento: ricordatevi sempre di scegliere una palla da bowling del giusto peso e con cui vi sentite a vostro agio, oltre a scarpe da bowling comode. Punto di partenza: assicuratevi di lanciare la prima palla di ogni frame dalla stessa posizione di partenza. La coerenza aiuta ad aumentare le possibilità di fare strike. Tempismo: ogni passo dovrebbe corrispondere ad un movimento specifico del braccio durante le fasi di oscillazione e rilascio. Posizione della mano e del polso: mantenere ben fermi la mano e il polso durante l’intero tiro. Se si lancia ad effetto, occorre girare la mano ed il polso durante l’oscillazione, rilasciando la palla quando si arriva nella posizione della stretta di mano. Se si lancia una palla dritta, assicurarsi di tenere la mano e il polso ben dritti in fase di rilascio. Approccio: tutti gli elementi – tempismo, posizionamento mano-e-polso, passi, velocità e potenza – devono essere coordinati per avere Un approccio pulito. Completare il lancio: concludete il tiro lanciando la palla lungo la corsia quando supera le caviglie. Quindi portate il braccio almeno all’altezza delle spalle, tenendo la mano nella posizione di stretta di mano o con il palmo rivolto verso l’alto, a seconda di come avete lanciato la palla. Velocità della palla: la velocità ideale di lancio è di circa 25 km/h, ma la velocità giusta per ogni giocatore è quella che gli consente di abbattere tutti i birilli. Concentrarsi sulla corsia: tenete gli occhi sul bersaglio in questo caso. I segni sulla corsia servono per aiutarvi ad indirizzare correttamente la palla verso i birilli, quindi usateli per mirare meglio. Punto di curva: se il tiro ad effetto non “gira” al momento giusto per colpire perfettamente i birilli, sarà impossibile fare strike. Effetto domino: il bowling è tutta questione di angoli, forza e velocità. Trovate la giusta combinazione dei tre elementi, e otterrete un effetto domino tra i birilli e, quindi, lo strike.
Le Seychelles sono una delle mete vacanziere più desiderate per i turisti innamorati dei climi tropicali. Ottime per regalarsi un viaggio di nozze indimenticabile o per una vacanza romantica in un vero paradiso terrestre, ospitano ogni anno migliaia di turisti. Se stai organizzando il tuo viaggio alle Seychelles, certamente ti starai chiedendo quale sia il periodo migliore in cui andare e quali sono le migliori mete da visitare. Qual è il periodo migliore per le Seychelles? Le Seychelles godono di un clima tropicale con una temperatura piuttosto costante per tutto l’anno e con poca escursione termica tra giorno e notte. Le temperature si aggirano infatti intorno ai 30° di giorno e ai 20° di notte. Le stagioni sono più che altro influenzate dai venti: tra dicembre e marzo, quando soffiano i monsoni, si registra un clima più umido, piovoso e caldo; tra maggio e settembre, quando soffiano gli alisei di sud-est, il clima è più secco e fresco. Quando andare alle Seychelles? Se ci si basa sul clima, i periodi più consigliati sono quelli tra metà aprile e maggio o in autunno inoltrato. In questi mesi i venti sono meno insistenti e permettono di godere ampiamente delle spiagge. Le piogge sono meno probabili, in quanto di solito si concentrano tra dicembre e marzo e il mare è piuttosto calmo. Anche la temperatura dell’acqua in questi due periodi è particolarmente favorevole per i bagni. È saggio valutare bene le vacanze nei mesi di dicembre e gennaio: in questo periodo si registrano le maggiori precipitazioni, non solo per intensità ma anche per durata. Il rischio è di passare una settimana intera senza riuscire a uscire dall’albergo. Se sono previsti spostamenti tra le isole, potrebbero essere complicati dalla pioggia. Se non hai altre alternative, puoi viaggiare alle Seychelles in agosto: gli eventuali venti e il mare mosso possono essere evitati scegliendo spiagge più riparate, di cui c’è comunque abbondanza. Le Seychelles in novembre sono paradisiache. Oltre al clima mite, potrai godere di meravigliosi spettacoli della natura: dai tramonti rossi e incandescenti all’accoppiamento delle tartarughe sulle spiagge. Insomma: in qualsiasi periodo dell’anno tu voglia programmare il tuo viaggio alle Seychelles, ti aspettano luoghi incantevoli, tranquillità e relax in un ambiente naturale con una flora e una fauna sorprendenti. Seychelles: quali mete raggiungere? Mahé: è l’isola più grande e più importante dell’arcipelago, l’unica dove si trova un aeroporto internazionale e dove ha sede la capitale Victoria. La costa occidentale è quella più selvaggia. Qui si trovano verdi colline e le magnifiche spiagge da cartolina che ben conosciamo. La costa orientale è quella su cui l’incidenza dell’uomo ha avuto maggiori effetti. Si trovano infatti molte costruzioni che la rendono più turistica. Nell’entroterra, il magnifico Morne Seychellos National Park offre un’ampia varietà di ambienti naturali con le famosissime foreste di mangrovie. Bird: è un’isola corallina a circa 100 km a Mahé. Si tratta di un’isola molto adatta per gli amanti della natura e del birdwatching. La sua caratteristica principale è infatti la presenza di una enorme quantità di uccelli marini. La specie più numerosa è la sterna fuligginosa. Ma non solo: qui sono presenti anche le tartarughe embricate che raggiungono le spiagge tra ottobre e febbraio per riprodursi. Praslin: l’isola delle palme. Distante una trentina di chilometri da Mahé, su quest’isola si trovano i resort più prestigiosi di tutte le Seychelles. Qui si trova il parco naturale Vallee de Mai, dichiarato World Heritage nel 1983. In questo parco, oltre alla presenza di pappagalli unici al mondo, si può trovare il famoso Coco de mer. Questo è l’unico luogo al mondo in cui nasce questo frutto dalla forma particolare, che ricorda i fianchi femminili. La Digue: quest’isola, molto vicina a Praslin e distante una quarantina di chilometri da Mahé, è caratterizzata dalla presenza di immensi massi di granito rosa. Questi massi, appoggiati alle spiagge di sabbia bianchissima e purissima, creano un vero e proprio paradiso naturale, contornato dalle palme. La spiaggia Ance Source d’Argent, famosissima per i suoi massi granitici, è stata votata come spiaggia più bella del mondo.
Stai pensando di organizzare un Capodanno vegano? In alcuni casi un cenone cruelty free è una scelta scontata, nel senso che già nel resto dell’anno si segue una dieta senza cibi di origine animale. Altrimenti può essere un modo interessante, salutare e sostenibile di proporre un menu di Capodanno alternativo. L’idea è da valutare anche se tra i commensali c’è qualcuno con elevati livelli di trigliceridi e colesterolo nel sangue: la strategia per contrastare questo problema include infatti anche la riduzione del consumo di grassi saturi, che si trovano prevalentemente nei prodotti di origine animale, come la carne rossa o i formaggi. Come fare un menù per il Capodanno vegano Shutterstock Preparare un menù vegano per il cenone delle feste è più facile di quello che si potrebbe pensare. Molti piatti o alimenti tipici di questo periodo dell’anno sono infatti già vegani, anche se in genere non ci si pensa, mentre altri possono essere agevolmente essere modificati per adattarsi a chi vuole seguire una dieta cruelty free, dunque senza carne, pesce, formaggi, miele, uova, burro e tutti gli alimenti che contengono questi cibi o i loro derivati. Ancora, per coloro che amano cucinare e non vedono l’ora di stupire gli ospiti con qualche manicaretto, non mancano le gustosissime ricette 100% veg. Gli antipasti veg per le feste Ci sono tante idee da cui prendere spunto. Partiamo dall’inizio: gli antipasti. Vanno benissimo ovviamente sottaceti e sottoli, che in genere fanno già la loro comparsa sulla tavola del cenone, come anche le crudités di verdure (carote, finocchi, sedano…) da intingere nell’olio extravergine di oliva. Per preparare delle bruschette e tartine vegane, invece, basta prendere del pane integrale, tagliarlo a fette, tostarlo leggermente e poi farcire a piacere. Ecco qualche suggerimento per abbinamenti sfiziosi: crema di melanzane, pomodorini secchi e rucola; hummus di ceci e cipolle caramellate; formaggio vegetale e noci. Un altro antipasto gustoso e d’effetto è il “cous cous” di melagrana e cavolfiore. Si prende un cavolfiore freschissimo, si lava, si taglia minuziosamente (dovrebbe sembrare, appunto, come i grani del cous cous) e si lascia marinare per un’ora in olio, limone e sale. In seguito, si aggiungono i grani della melagrana, capperi e prezzemolo e si mescola. È un antipasto fresco, vitaminico e che prepara l’apparato digerente a una buona digestione! Capodanno vegano: le idee per i primi piatti Shutterstock Cosa portare in tavola come primo piatto, invece? Molte pietanze che si consumano abitualmente sono già vegan o possono diventarlo molto facilmente, magari usando l’olio al posto del burro: un risotto allo zafferano o ai carciofi, ad esempio, una vellutata di patate e porri, gnocchi di zucca con salvia e nocciole… Chi è abituato a celebrare il cenone con qualche ricetta tradizionale a base di ragù, invece, può riproporla in versione vegana usando il tempeh, alimento di origini indonesiane che si ottiene dalla fermentazione della soia gialla. Somiglia al tofu e si cucina più o meno nello stesso modo, ma ha un gusto più intenso, che ricorda quello dei funghi. Dopo aver preparato un classico soffritto con cipolla, sedano e carota, si aggiunge il tempeh sbriciolato grossolanamente e poi la passata di pomodoro. L’aspetto finale sarà come quello di un vero ragù. Questo condimento veg può essere usato su un classico piatto di pasta oppure nelle lasagne vegane. Ci sono diverse ricette che suggeriscono come realizzarle senza alimenti di origine animale. Per la besciamella, ad esempio, si potrebbero usare latte di riso e margarina vegetale e per la sfoglia, invece, farina, acqua, sale e olio extravergine di oliva. Un’altra idea per un primo piatto vegano da servire a Capodanno sono altrimenti i ravioli (fatti con la pasta veg fatta in casa) ripieni di fagiolini, pesto e patate oppure di spinaci e noci. Secondi piatti vegani per il Capodanno Per i secondi piatti vegani di Capodanno, una possibilità è acquistare un sostituto della carne che, pur essendo 100% veg, spesso riproducono aspetto, consistenza e sapore della carne: se ne trovano diverse opzioni nei maggiori supermercati, tra cui salsicce, affettati e burger. In alternativa, si può cucinare il tofu. Molti non amano questo alimento perché lo ritengono insapore. È vero, ma non c’è da stupirsi: il modo migliore di mangiarlo è cucinarlo bene, facendolo insaporire con gli altri ingredienti. Ad esempio, si può tagliare a cubetti e cuocere in padella a fuoco basso con vino rosso, aglio, timo e un pizzico di amido di mais. Per un risultato dal sapore più esotico e quasi caramellato, sì a salsa di soia, poco sciroppo d’acero, zenzero, semi di sesamo e cipollotto. I legumi sono un altro eccellente alimento con cui preparare i secondi piatti di Capodanno: il polpettone di ceci, le polpette di fagioli cannelli cotte al forno e chiaramente l’immancabile zuppa di lenticchie, che se mangiate a Capodanno si ritiene portino fortuna e ricchezza. Dolci vegani per il cenone di Capodanno In vendita nei negozi più forniti si trovano dolci di Natale vegan simili ai classici Pandoro e Panettone: perfetti per concludere il cenone di Capodanno vegano, durante il brindisi! Altrimenti, sono innumerevoli le ricette di dolci vegani per tutti i gusti: tra le più semplici da realizzare, c’è il budino morbido di cacao e cachi. Le idee per preparare un menu vegano di Capodanno dall’antipasto al dessert non mancano, insomma: non resta che cercare su PagineGialle il supermercato più vicino e acquistare tutti gli ingredienti.
Le domeniche in famiglia hanno il sapore della caponata siciliana, uno dei piatti siciliani tradizionali più amati di sempre. La sua preparazione è piuttosto semplice: le melanzane sono le grandi protagoniste di questo piatto, abbinate ai peperoni, ai pomodori, alla cipolla e alle olive. Come si fa la caponata? Si friggono le melanzane, mentre si cuociono gli altri ingredienti in olio di oliva, si condisce il tutto con sugo di pomodoro e una salsa agrodolce. Infine, si serve come contorno insieme a del buon pane casereccio, per sprigionare al massimo tutto il gusto del Mar Mediterraneo. Viene chiamata anche caponata di melanzane perché sono proprio questi ortaggi, tagliati a pezzetti e fritti, a essere i grandi protagonisti di un piatto intramontabile. In Sicilia, se ne contano circa 30 ricette diverse, e si può dire che ogni città abbia la sua interpretazione. La ricetta della caponata palermitana Si dice che quella palermitana sia la versione più semplice e classica. Gli ingredienti utilizzati sono i seguenti: melanzane, i migliori tipi di olive, cipolla, sedano, capperi, salsa di pomodoro, olio, sale, aceto e zucchero. Le melanzane devono essere tagliate a pezzi di circa 4-5 cm per lato e devono essere rigorosamente fritte. Le olive devono essere quelle siciliane, intere e schiacciate, i pezzi di sedano devono essere ben visibili e il gusto agrodolce deve sentirsi in modo marcato. Esistono anche alcune varianti con l’aggiunta di basilico, pinoli e mandorle tostate grattugiate. La ricetta della caponata catanese La caponata catanese è chiamata anche “caponatina” e si differenzia dalle altre varianti per l’uso, oltre che degli ingredienti principali, anche dei peperoni gialli e verdi, delle olive bianche, delle patate, dei pinoli e dell’uva passa. Anche in questa variante, le melanzane, le patate e i peperoni devono essere fritti singolarmente, per poi essere abbinati agli altri ingredienti cotti in abbondante olio per friggere. Si tratta di una ricetta adatta anche per chi segue una dieta vegetariana e vegana, che conquista i palati più sopraffini con il gusto agrodolce e l’armonia dei sapori mediterranei. Per chi non ama o non può mangiare il fritto, si può optare per una variante decisamente più leggera: la caponata non fritta, più digeribile, ma che si discosta dalla tradizione. Calorie, proprietà e abbinamenti di vino La caponata tradizionale vuole che si utilizzino le verdure fresche di stagione, pertanto gustare un piatto di questa preparazione siciliana significa fare il pieno del nutrimento e delle proprietà delle melanzane, ma anche dei peperoni e dei pomodori. Le melanzane sono molto ricche di potassio, fosforo e magnesio, per questo sono da prediligere in estate quando si ha necessità di integrare i sali minerali. Sono, inoltre, ricche di vitamina A e di acqua, per questo sono un alimento depurativo. Infine, aiutano a mantenere bassi i livelli di colesterolo nel sangue. Molti pensano che la caponata abbia tante calorie, a causa dei condimenti, ma in realtà si tratta di un piatto salutare che unisce molte verdure. La caponata conta circa 350 calorie per porzione, considerando una ricetta preparata con 250 gr di melanzane e 120 gr di pomodori. Se si sta preparando un pranzo in famiglia o una cena con gli amici, la caponata siciliana è perfetta da abbinare con vini rosati o vini rossi giovani e fruttati, come ad esempio il Cerasuolo, il Negroamaro rosato e l’Etna rosato DOC.