Nel mondo delle calzature esistono tantissimi modelli tra i quali scegliere: ogni stagione brand e stilisti presentano al mercato le nuove collezioni durante le più importanti fashion week del globo e, tra i modelli più diffusi e indossati durante la stagione estiva, ci sono senza dubbio le scarpe espadrillas. Chiamate comunemente espadrillas, questa tipologia di calzature è presente sul mercato ormai da tantissimi anni senza conoscere mai tramonto. Nonostante, nell’alternarsi delle mode, le espadrillas abbiano conosciuto momenti poco felici in cui erano cadute nel dimenticatoio, questa tipologia di calzature non è mai passata veramente di moda ed è tornata ciclicamente a regalarci momenti di autentica comodità. Espadrillas: storia e curiosità La loro storia è davvero affascinante e risale ad oltre due secoli fa, quando furono inventate dai pescatori della costa basca a nord della Spagna. Già all’epoca erano per antonomasia la personificazione delle scarpe leggere, comode e dalla texture artigianale, realizzate prevalentemente in tela con una suola di corda intrecciata. In breve tempo le scarpe espadrillas hanno iniziato così a diffondersi sul territorio diventando la calzatura più indossata dal popolo spagnolo. Ma il successo vero e proprio delle espadrillas arriverà solo nel 1927 grazie alla loro prima azienda produttrice, di proprietà di Luis Castañer e di suo cugino Tomas Serra. Le espadrillas verranno indossate da personalità del calibro di Salvador Dalì e Grace Kelly, conquistando alla fine tutto il mondo della calzatura e arrivando intatte nel loro fascino fino ai giorni nostri. Espadrillas per l’estate 2018: i modelli più trendy per uomo e donna Le scarpe espadrillas sono una delle calzature più indossate durante la stagione estiva grazie alla loro estrema leggerezza e comodità, tanto da risultare l’alternativa perfetta ai sandali o alle scarpe da ginnastica leggere. Esistono ovviamente modelli di espadrillas sia da donna che da uomo, a testimonianza del loro carattere universale e capace di incontrare i gusti di stile di tutti. Anche l’estate 2018 ovviamente vede le scarpe espadrillas conquistare un posto d’onore nel nostro guardaroba, accanto a infradito e sandali bassi, come calzatura comoda e leggera, ma al tempo stesso dall’innato spirito casual chic. Le espadrillas da donna per la stagione estiva 2018 sono davvero variegate: tradizionali con la suola bassa o più femminili con un po’ di tacco, fino ad arrivare alla zeppa o alla doppia suola per regalarsi preziosi centimetri in altezza, mantenendo però la comodità e l’allure di sempre. Quello che non cambia nelle scarpe espadrillas è la loro composizione dall’aspetto artigianale, con la tipica tomaia in tela e la suola in corda intrecciata. A cambiare però sono stampe e colori e, per l’estate 2018, le espadrillas più trendy si impreziosiscono di mille colori e sfumature, con stampe che ricordano la frutta estiva, ma anche i pattern più di moda come pois, righe e stampe jungle. Le espadrillas da uomo invece restano più sul casual tradizionale, mantenendo una suola bassa e colori legati alla moda del momento, spesso anche di ispirazione navy con righe in blu e bianco o rosso e bianco. Non mancano nuance naturali come il beige e il color sabbia, né le sfumature del mare. Per i più modaioli non mancano espadrillas con stampe geometriche e frange, a imitare il tradizionale mocassino da uomo. Scarpe espadrillas: con cosa indossarle? Le scarpe espadrillas, per il loro carattere tipicamente estivo e casual, si adattano a diversi look. Indubbiamente sono calzature perfette per gli outfit vacanzieri, abbinate magari con shorts o capri pants in lino, ma sono perfette anche con prendisole e abitini leggeri. Consigliate per il giorno, le espadrillas si abbinano perfettamente anche in città e fino all’ora dell’aperitivo, sia per l’ufficio – dove vincono i modelli più classici in blu e bianco e con suola bassa per un comfort maggiore – sia per i vari impegni quotidiani. Essendo una calzatura prettamente estiva si adattano perfettamente ad outfit casual e leggeri, mentre non sono adatte in caso di pioggia o se si indossano abiti più formali come il tailleur. Perfette con jeans e gonne a ruota, sono poco indicate con le mise sportive (niente outfit da palestra, insomma) e per gli abiti più eleganti. Le versioni con zeppa o doppia suola sono perfette per slanciare le donne dalla statura mini, purché indossate con pantaloni palazzo o gonne dal sapore gipsy che nascondono il trucchetto. Per gli uomini le scarpe espadrillas sono perfette con i bermuda estivi, le mise da barca, i jeans e gli outfit casual con pantaloni in lino e t-shirt, anche con blazer in tinta.
Pulire la lavastoviglie a fondo è necessario per evitare malfunzionamenti, cattivi odori e stoviglie lavate male. È importante rimuovere ogni traccia di sporco e di incrostazioni, sia nella parte esterna che nella parte interna. Non tutti i prodotti sono adatti e alcuni potrebbero danneggiare l’elettrodomestico. È bene capire cosa utilizzare, come applicare detersivi, sgrassatori o soluzioni naturali fatte in casa e ogni quanto procedere alla pulizia. Lavastoviglie: come funziona La lavastoviglie è uno degli elettrodomestici più utilizzati in casa e più apprezzati. Permette di lavare velocemente piccole o grandi quantità di piatti e bicchieri ed è la soluzione perfetta sia per le famiglie numerose, che per i piccoli nuclei familiari che trascorrono tante ore fuori casa, devono affrontare tanti impegni quotidiani e hanno poco tempo da dedicare alle faccende domestiche. Ve ne sono di diversi tipi e dimensioni. Si possono acquistare quelle ad incasso, che vengono posizionate in maniera strategia all’interno dell’arredamento della cucina, o quelle non ad incasso, che possono essere posizionate in ogni angolo della casa. Con una sequenza di operazioni, garantisce un lavaggio impeccabile di bicchieri, piatti, posate, pentole, padelle e contenitori. Generalmente, in un primo momento viene prelevata l’acqua dalla rete idrica, incamerata e portata ad una temperatura elevata. Viene aggiunto il detersivo, miscelato all’acqua e le stoviglie vengono lavate e, successivamente, risciacquate. Per far sì che la lavastoviglie funzioni sempre correttamente, è bene leggere il manuale delle istruzioni ed eseguire le procedure di manutenzione indicate. Lavastoviglie e cattivi odori Shutterstock Se la lavastoviglie puzza o se la lavastoviglie non lava bene si potrebbe cadere nell’errore di non utilizzarla più. I cattivi odori sono tra i problemi più diffusi di questa tipologia di elettrodomestici, ma si può trovare facilmente una risoluzione. La causa è presto spiegata: i residui di cibo che restano all’interno dell’elettrodomestico. Briciole, grasso e altri elementi potrebbero depositarsi nelle zone più difficili da raggiungere, come i filtri, le giunture e le guarnizioni. Potrebbero, in questo modo, rendersi invisibili agli occhi nudi e sfuggire alle operazioni di pulizia. Il cattivo odore può insorgere anche in una lavastoviglie che non viene usata di frequente, poiché lo sporco resta depositato a lungo. Dopo averla utilizzata, è bene lasciare lo sportello leggermente aperto per evitare che l’ambiente umido della lavastoviglie possa provocare l’insorgenza della muffa sulle guarnizioni. La prima azione preventiva può essere compiuta già nel momento in cui i piatti vengono inseriti nella lavastoviglie per essere lavati. Non è necessario sciacquarli prima con acqua, ma è bene rimuovere con le posate il cibo che vi è rimasto attaccato o che è ancora presente all’interno. Lavastoviglie, come pulirla all’interno Shutterstock La pulizia interna dell’elettrodomestico deve essere regolare. È buona norma affidarsi al libretto delle istruzioni che viene consegnato con la lavastoviglie al momento della vendita: vi sarà indicata una frequenza di pulizia consigliata per mantenere sempre elevate le prestazioni. In linea generale, deve sempre essere pulito il contenitore del filtro ogni qual volta vi si depositano dei residui di cibo. Gli irroratori della lavastoviglie vanno puliti circa due o tre volte l’anno. Occasionalmente, è bene rimuovere i carrelli e assicurarsi che nessun cibo vi sia rimasto incastrato. La guarnizione può essere pulita con un panno umido. Ogni mese, deve essere spazzolato il filtro, ma se l’utilizzo è frequente si può procedere anche settimanalmente. La piastra metallica può essere pulita con un vecchio spazzolino da denti. Per la pulizia possono essere utilizzati dei prodotti facilmente reperibili in commercio. Se, però, si ritengono troppo costosi o si è preoccupati del loro impatto sull’ambiente, è possibile optare per delle soluzioni fatte in casa. L’aceto di vino bianco è un ottimo alleato, poiché rimuove i cattivi odori e riesce a sciogliere le tracce di calcare. Può essere passato con un panno o si può effettuare un lavaggio a vuoto alla massima temperatura per una pulizia più profonda. Anche il succo di limone può essere usato per un’azione deodorante, sgrassante e igienizzante. In alternativa, un ottimo prodotto è il bicarbonato di sodio, che, proprio come i precedenti, non è inquinante per l’ambiente. Non danneggia piatti e bicchieri e, pertanto, può essere aggiunto ad ogni ciclo di lavaggio. Lavastoviglie, come pulirla all’esterno Anche la pulizia della parte esterna non deve essere sottovalutata, per evitare che l’elettrodomestico si logori velocemente e inizi a presentare segni di usura prima del previsto. Si possono utilizzare i prodotti chimici reperibili in commercio, che garantiscono una pulizia efficace. In alternativa, per avere un basso impatto sull’ambiente, proprio come avviene nella pulizia delle parti interne, si può optare per prodotti naturali. Torna protagonista l’aceto bianco, che può essere diluito in acqua tiepida. Servendosi di un panno morbido imbevuto nella soluzione creata si possono rimuovere macchie, aloni e incrostazioni. Una corretta e periodica pulizia permetterà di mantenere efficiente la lavastoviglie a lungo. Per acquistarne una di buona qualità, ci si può recare in un negozio di elettrometrici. Su PagineGialle puoi trovare quelli più vicini a te.
Il trasportino, o kennel per cani, è spesso associato a una gabbia e non tutti sono d’accordo nell’utilizzarlo per il proprio amico a quattro zampe. In alcuni contesti, però, questo contenitore si rivela necessario e, per questo, è importante abituare il cane al kennel il prima possibile. Scopriamo insieme alcuni metodi per farlo familiarizzare con il trasportino senza provocargli traumi. Il kennel, perché è importante Anche se molti storcono il naso, il kennel è addirittura molto importante per lo sviluppo del cane, soprattutto se ancora cucciolo. Nato semplicemente per trasportare in maniera sicura l’animale in auto, nave o aereo, il kennel andrebbe utilizzato anche anche a casa. Non sono in molti a sapere che il trasportino ha anche un fine educativo e, come tale, va consigliato a chiunque abbia a cuore il benessere del proprio cane. La natura del cane, infatti, lo spinge sempre a individuare una tana, vale a dire un luogo in cui sentirsi al sicuro e da cui poter scrutare gli eventuali pericoli presenti nelle circostanze. Se si riesce a comprendere che il kennel non è una gabbia né un luogo punitivo ma una tana o un rifugio, anche il cane ne trarrà beneficio. Come abituare il cane al trasportino Come in tutte le cose, anche per il kennel è necessario che il nostro fedele amico si avvicini gradualmente alla presenza di questo accessorio. Il trasportino va innanzitutto messo nella stanza e lasciato lì, in modo che il cane abbia occasione di annusarlo e impari a familiarizzare con l’oggetto. Il luogo dove posizionarlo è importante: mai in una zona di passaggio continuo ma possibilmente in un posto tranquillo da cui l’animale possa vigilare sulla vita familiare ma anche sentirsi al sicuro. Dopo un po’ si può aprire la porticina e inserire qualcosa di invitante che lo spinga a entrare. I primi tempi il cane entrerà per prendere il cibo e ne uscirà subito dopo, per cui lo step successivo è quello di insegnargli come restare all’interno del kennel. Bisogna, quindi, cominciare col mettere un intero pasto o un osso da rosicchiare, in modo da farlo rimanere più tempo dentro il trasportino. Da qui si può iniziare col chiudere la porticina e lasciarlo per un tempo sempre più lungo all’interno, senza però modificare il proprio atteggiamento nei suoi confronti. Per riuscire a fargli comprendere che può trascorrere il tempo del riposo nel kennel si possono praticare questi esercizi dopo il pasto o dopo un momento di gioco intenso. Il cane sarà portato ad associare l’abitacolo come un luogo dove rilassarsi e riposarsi. Seguendo queste procedure, il cane si abituerà al kennel senza alcun problema e lo vivrà senza alcun trauma. Perché questo processo sia il più naturale e veloce possibile è fondamentale che si inizi già quando il cane è ancora un cucciolo. Quale kennel scegliere? In commercio esistono diversi tipi di kennel per cani, ma quale scegliere? Il materiale non è importante, poiché dipende molto dall’utilizzo che se ne deve fare. Che sia di plastica, di tela o di metallo, non è fondamentale. Molto più importanti sono le misure: mai troppo grande né troppo piccolo. Il cane deve essere libero di starci in piedi senza battere la testa e di potersi girare di 180 gradi. Per il periodo di “ambientazione” è consigliabile un kennel rigido, inattaccabile da denti e unghie.